Spezia, Salvatore Esposito: “Si salva chi ha più fame, noi l’abbiamo. Mi sono preso delle responsabilità”
Il centrocampista spezzino mostra tutta la sua grinta e personalità
Salvatore Esposito, centrocampista dello Spezia, è intervenuto ai microfoni di Città della Spezia, analizzando diversi temi, dalla scelta di rimanere in estate fino alla stagione complicata. Di seguito le sue dichiarazioni:
SAMPDORIA – “Queste partite si preparano da sole. Siamo tutti consapevoli dell’importanza, specie perché a cinque giornate dalla fine i punti pesano. Ci servono, dobbiamo raggiungere l’obiettivo. Parma? Come reagiremo alla sconfitta ce lo dirà la partita contro la Samp di sabato, ma dico che a livello mentale abbiamo reagito sapendo di aver perso contro la prima della classe, contro la squadra che ad oggi si è dimostrata di essere la più forte del campionato e questo non deve destabilizzarci. Dal cambio allenatore in poi abbiamo avuto una marcia da playoff e questo è il percorso che dobbiamo continuare ad intraprendere, dando forza a quello che stiamo facendo. È normale che la situazione ci dice che non siamo nelle condizioni migliori, ma lo sappiamo e abbiamo di fronte cinque finali da giocare alla morte. Non ci deve destabilizzare una sconfitta arrivata contro il Parma e non contro una diretta rivale. Il derby con Sebastiano accende ulteriormente il momento e l’importanza della partita. Prima di tutto viene lo Spezia, viene l’importanza di salvarsi, ma io e Pio ci teniamo a vincere contro nostro fratello perché all’andata ha vinto lui. Un 2-1 in famiglia Esposito sarebbe perfetto”.
IL RUOLO DA LEADER – “Mi sono preso delle responsabilità ma perché ho voluto, non perché me le hanno date. È il mio carattere, è il mio essere un giocatore importante. Sono arrivato in Serie A, mi sono ritrovato in Serie B e mi sono sentito in difetto con la piazza e con la società. Sono voluto rimanere per questo, per riportare la piazza in Serie A perché l’obiettivo era quello ma non ci siamo riusciti ed è giusto prendersi le responsabilità. Prima di essere un calciatore mi reputo un uomo, e le mie responsabilità me le prendo”.
LE CRITICHE – “Non ho problemi con le critiche, sono costruttive. Se fossi un giocatore scarso non mi criticherebbero, però c’è modo e modo per farlo e ci devono essere motivi. Le critiche devono migliorare o punzecchiare un calciatore, se invece vengono fatte per massacrare perdono di credibilità. Quando le cose vanno male nel calcio non sempre va trovato un colpevole: all’inizio ero io, ora sono mio fratello Pio, Moro, Nikolaou, ma non funziona così. Dai tifosi posso accettare certe cose, da altri professionisti no”.
NAGY – “Nagy mi ha aiutato tanto sin da quando è arrivato. È un giocatore super dinamico, pronto a dare una mano al compagno. Lo conoscevo ma non così bene, è un piacere giocargli vicino. Macina chilometri, ti dà spensieratezza, è il compagno di reparto ideale”.
OBIETTIVO SALVEZZA – “Puoi avere un ritmo da promozione diretta, ma sei nella zona caldissima e sarà importante il ritmo che terremo fino alla fine. Se terremo un ritmo playoff allora sarà probabile salvarci. Lo Spezia deve rimanere unito, deve lottare, deve dare tutto come sta facendo. Dobbiamo cercare di far venir fuori le nostre qualità, mettendoci cattiveria e tanta fame, perché si salva chi ha più fame. Noi ce l’abbiamo, veniamo da una annata negativa e dobbiamo rimanere a galla”.
GLI ERRORI – “Con la Cremonese ho sbagliato, ho fatto una partita normalissima e con quell’errore è diventata una partita negativa. Non penso che quell’errore mi abbia dato una spinta, quando faccio una partita normale non sono comunque contento. La settimana dopo non ero contento perché avevo sbagliato, ma da quando è arrivato mister D’Angelo non penso di aver sbagliato molte partite. È una persona che mi ha dato fiducia a prescindere, mi ha dato tanto e sto cercando di ripagarlo. Penso di aver fatto buone prestazioni anche con Alvini, così come ne ho fatte di negative, ma un po’ l’andamento della squadra non stava portando benefici a nessuno. Tutti dobbiamo fare autocritica, non abbiamo fatto la stagione che dovevamo. Poi è normale che venga fuori che Esposito abbia fatto male sei mesi perché l’anno scorso ero in Serie A e perché ci si aspettava di più, come da altri. È la normalità e questa critica la accetto volentieri”.
LE CRITICHE AL FRATELLO PIO – “Ci sono passato io per primo, sono un pochino più esperto di lui e gli parlo. Se analizziamo Pio è un ragazzo di 18 anni che ha giocato quasi tutte le partite, prima di gennaio ci ha tenuti a galla giocando titolare e lottando come un veterano, ma avendo sempre 18 anni. Ora è normale che arrivino le critiche, ma sta giocando meno e quando entra ha meno opportunità, perché subentrare in Serie B non è mai facile. Se poi ci aspettiamo che un 18enne faccia venti gol il problema è alla base“.