Garbato, ma non troppo – Il Cittadella è tornato in grande stile: ode a Stefano Marchetti
Editoriale sul Cittadella
Due anni fuori dai playoff nel passaggio da Roberto Venturato a Edoardo Gorini, adesso la musica sembra cambiata. Il Cittadella è arrivato alla pausa in ottava posizione, con la ritrovata convinzione di potersela giocare su ogni campo dimostrata dalla straordinaria vittoria al Luigi Ferraris contro la Sampdoria e dai tanti pareggi ottenuti contro squadre teoricamente superiori.
Il segreto è sempre il solito: il mercato visionario e a fari spenti del dg Stefano Marchetti. Perso il solo Mirko Antonucci, l’uomo che ha detto no al Napoli per restare in granata ha messo dentro 3 calciatori che si stanno già affermando come titolari: Matteo Angeli, Lorenzo Carissoni e Claudio Cassano. Giovani, a parametro zero, con prospettive tecniche ed economiche incredibili.
Quest’anno il mercato dei veneti è stato diverso: non ci si è limitati a cercare profili di livello nelle serie minori, ma si è deciso di puntare forte su ragazzi al termine di un percorso con club di Serie A che hanno deciso di non includerli nel proprio progetto. Angeli e Cassano sono talentuosi, affamati e in cerca di riscatto. Il Cittadella ha trovato in loro tutto ciò che auspicava senza dover investire nulla. Dei colpi di genio di una persona fuori dagli schemi che continua a dimostrare che fare questo sport ad altissimi livelli e con altissime ambizioni senza spendere cifre esorbitanti è più che possibile.
Con una rosa più profonda e varia del solito e alternative importanti ancora tutte da scoprire (Enrico Baldini, se ristabilito, farà la differenza), il club pur restando coi consueti piedi per terra può guardare con grande ottimismo al prosieguo di stagione. Il Cittadella è tornato e lo sta facendo in grande stile.