Reggina, Giraudo: “Da svincolato il mio periodo più difficile. Spero di rimanere in amaranto per tanto tempo”
Giraudo a 360° su di sé e sulla Reggina
Il terzino della Reggina Federico Giraudo si è concesso ai microfoni di Calciomercato.com parlando di sé stesso a 360°. Di seguito le sue parole:
Sulla titolarità nel match contro il Genoa: “E’ stata una bella sensazione, soprattutto in una delle partite più importanti della stagione, Avevo un po’ di tensione perché ci giocavamo tanto. Da parte dell’allenatore è stato un grande attestato di stima”.
Sulla posizione in classifica degli amaranto: “Speciale. Soprattutto dopo che l’anno scorso abbiamo rischiato di sparire. Metterei subito la firma per finire la stagione oggi, ma la Serie B è lunga e complicata: la parola chiave in questo campionato è continuità”.
Giraudo sugli obiettivi personali e su Pippo Inzaghi
“E’ stato bellissimo vincere a Ferrara con un mio assist, la partita perfetta che aspettavo da tanti anni. Adesso manca la ciliegina sulla torta, quel gol che spero di riuscire a fare presto. Anche se non è una delle mie caratteristiche principali – continua su Inzaghi – Un martello. Ha una passione impressionante, vive tutto il giorno di calcio e si dedica solo a quello. Sa tutto sulla Serie B ma anche sulla C: si informa sulle partite, sui giocatori… E’ un allenatore che si mette sempre in discussione per migliorare, e questo la dice lunga anche sul suo valore umano. Mi chiede di stare attento in fase difensiva e di uscire sugli avversari, spingere senza paura.
Sui Mondiali del 2006 e il ricordo del papà scomparso
“Avevo 8 anni, ma mi ricordo benissimo tutte le partite. Da piccolo sono cresciuto vedendo la Juve allo stadio, oggi è difficile spiegare cosa ho provato vedendo il mister da vicino per la prima volta. E’ vero, anche se ero troppo piccolo per ricordarmelo in bianconero. Ma ricordo i racconti di mio padre, tifoso della Juve, che purtroppo oggi non c’è più. Sono sicuro che lo sa, e sapere che mi guarda dall’alto mi dà tanta forza e orgoglio”.
Giraudo sulla scelta di rimanere alla Reggina e su Jeremy Menez
“Siamo partiti in ritardo rispetto alle altre squadra ed era un po’ tutto in divenire, ma la società aveva voglia di fare bene e Inzaghi l’ha capito subito. L’avevo intuito anch’io, così ho deciso di non valutare nemmeno altre proposte. Ora sono contento della scelta fatta, nonostante i momenti difficili in cui magari si trova meno spazio. Quei periodi fanno capire quanto sia importante lavorare tutti i giorni per farsi trovare pronti nei momenti giusti. Stiamo limando gli ultimi dettagli, ma spero di rimanere qui per tanto tempo. Vi posso dire che ogni giorno guardo le giocate di Menez e mi rendo conto che alcune volte fa cose che noi non possiamo neanche immaginare. Ma mi piace molto anche Hernani, uno che in Serie B c’entra poco. Mi ha impressionato la freddezza nel saltare gli avversari quando segnò l’anno scorso col Pisa e il gol col Vicenza, nel quale ha fatto fuori un po’ di giocatori prima di metterla in porta”.
Giraudo, le giovanili e l’esperienza in Under 17 azzurra
“Eravamo insieme nei Pulcini, poi prima di fare insieme i Giovanissimi hanno deciso di mandarlo via. Ogni tanto ci sentiamo ancora. Oltre a lui c’erano anche Buongiorno, che giocava un anno sotto età e oggi è ancora al Toro, e Manuel De Luca della Sampdoria. E’ stato un percorso strano, ma mi ha dato molta forza. Ero partito molto bene nei prestiti tra Vicenza e Ternana, poi a Cesena dove non fu una grande annata anche a causa del Covid. Dopo il Toro ha sostituito Bava con Vagnati, il nuovo ds ha deciso di fare qualche cambiamento e io mi sono ritrovato svincolato. Pensavo fosse un’opportunità perché i club interessati non avrebbero dovuto neanche pagare il cartellino, ma non è stata una grande situazione. Ringrazierò sempre la Vis Pesaro perché (da ottobre 2020, ndr) mi ha dato l’opportunità di rivivere il calcio come piaceva a me, senza pressioni. Poi è arrivata la Reggina ed è stata un’occasione che ho preso al volo. Ho sempre pensato che Locatelli fosse un predestinato, lì in mezzo era il migliore. In campo faceva cose incredibili già a 16 anni, e fuori era un ragazzo che creava gruppo. Su Donnarumma sento dire diverse cose, ma posso confermare che entrambi erano ragazzi umili e perbene. Gigio era già alto due metri, fuori dal campo chiuso e silenzioso ma quando giocava si trasformava: diventava una belva. Già all’epoca era considerato il nuovo Buffon“.
Giraudo, la laurea e la vita extra campo
“Sono agli sgoccioli, spero di finire tutto entro maggio. La scuola per me è sempre stata la priorità, dopo il diploma al liceo classico volevo continuare per avere qualcosa di sicuro oltre al calcio. Una strada alternativa. Oggi invece questo percorso lo vedo come un’opportunità in più. Sul rapporto tra calcio e tv per vedere com’è cambiata la fruizione nel corso degi anni (tesi della laurea).Non è difficile, durante il tempo libero mi dedico ai libri. In questo periodo non ho esigenze particolari, seguo la mia routine quotidiana e quando non mi alleno non mi pesa mettermi a studiare. Ora dovrò iniziare anche un tirocinio propedeutico alla laurea. Credo lo farò qui alla Reggina, mi daranno degli obiettivi da raggiungere nell’ufficio stampa o nel marketing. Mi dividerò tra campo e scrivania.