Cittadella, Gorini: “Lo scorso anno eravamo penultimi, tutti volevano il mio esonero. Disposto a ogni cosa per la Serie A”
Il trainer granata si toglie qualche sassolino dalla scarpa
Edoardo Gorini, tecnico del mai così sorprendente Cittadella, attualmente quarto in classifica (a -2 dalla promozione diretta), è intervenuto ai microfoni di TMW per analizzare i segreti della strabiliante prima metà di stagione condotta da parte della stessa compagine veneta.
Gorini, siete tra le rivelazioni della B.
“Inizi sempre con buoni propositi ma quando cambi tanto un po’ di dubbi te li porti sempre. C’è stato un cambio generazionale. All’inizio sei curioso, però… la B è un campionato difficile. La svolta è arrivata con la vittoria di Palermo, quel successo ci ha dato convinzione nei nostri mezzi. La squadra va, sono tutti coinvolti. Si, è stata una prima parte soddisfacente”.
Oggi la classifica dice che potete pensare a qualcosa in più.
“Andiamo per gradi. Prima la salvezza. Non possiamo dire che vogliamo andare in Serie A. La B è lunga e complicato e il girone di ritorno è più difficile. Dobbiamo ragionare di partita in partita e raggiungere la salvezza. Poi l’obiettivo sarà cercare di andare ai playoff”.
Anche per lei è la prima stagione ad alti livelli.
“L’anno scorso eravamo penultimi con diciannove punti. Tutti volevano il mio esonero: ringrazio la società, ci siamo salvati. Da qualsiasi altra parte avrebbero cambiato allenatore. Io devo dire grazie al
Direttore per avermi dato fiducia”.
Il suo modello da allenatore?
“Sono milanista: sono cresciuto con il mito del grande Milan. Se devo citare qualcuno dico Arrigo Sacchi. È un modello”.
Gorini è più da tuta o da giacca?
“Sono più da campo. Ma ci stiamo adeguando ai tempi. Mi adatto a tutte le situazioni ma mi piace lavorare sul campo”.
Ha già chiesto regali dal mercato al Direttore Marchetti?
“Non ancora. Faremo dei ragionamenti ma la squadra funziona e c’è poco da toccare. Sono tutti coinvolti. Non c’è da fare grosse cose. Il mercato di gennaio poi non è facile. Ci stiamo ragionando ma non c’è molto da toccare”.
Chi conosce bene Marchetti sa che quella partita contro il Verona non l’ha mai dimenticata. Ne parlate ogni tanto?
“Certo che si. Quella partita è rimasta nella storia. Ne parliamo. Il Cittadella meriterebbe la Serie A e sarebbe una bella storia per il calcio. C’è la voglia di riprovarci ma non è semplice. Prima la salvezza”.
Cosa fa se porta il Cittadella in Serie A?
“Qualsiasi cosa. L’anno scorso siamo andati a Monte Berico a piedi per la salvezza. Eventualmente studieremmo qualcosa di più impegnativo. Se dovesse verificarsi sarei disposto a fare qualsiasi cosa”.