I 4️⃣ perché di PSB: Mignani, la paura del Benevento, Baselli e la crisi Palermo
Torna il consueto appuntamento coi 4 perché di Pianeta Serie B
Torna il consueto appuntamento coi 4 perché di giornata, rubrica in cui la redazione di Pianeta Serie B si pone dei quesiti relativi all’ultima giornata di campionato. Di seguito quelli relativi alla 7a giornata.
Da dove deriva la paura del Benevento?
La prima partita di Fabio Cannavaro sulla panchina del Benevento si è conclusa con un pareggio. Timore e confusione nel primo tempo, positiva reazione nella ripresa. L’ex, iconico, difensore, dopo il match ha sottolineato la paura presente nelle menti dei suoi ragazzi che, al netto dei legittimi discorsi sui problemi atletici e le indisponibilità che pullulano, dovranno prontamente scacciare questi fantasmi. Da dove arriva tutto ciò? A fornire un assist nelle scorse settimane è stato Gaetano Letizia: “L’addio di Caserta? La situazione era diventata pesante, inutile nasconderlo. A lui vanno i miei più sinceri auguri perché umanamente ci teniamo“. Una fase, quella di Caserta come tecnico dei giallorossi, caratterizzata da un amore con la piazza mai sbocciato completamente e una sottovalutata attenzione alle cose buone fatte. Scorie e perplessità che, sommate, hanno portato all’accrescimento dell’incertezza nei ragazzi, ora chiamati a ritrovare nuova linfa sotto l’egida di chi ha raggiunto l’eternità mescolando valori e attributi.
Francesco Fedele
Perché Daniele Baselli sta faticando anche in Serie B?
Al raggiungimento dei 30 anni, la parabola della carriera di Daniele Baselli si è sensibilmente abbassata rispetto a quelle che erano le previsioni di tutti gli addetti ai lavori. Di quel ragazzo che all’Atalanta sfoggiava intensità, dinamismo, letture senza palla e senso del gol si fatica a scorgere traccia nel calciatore che oggi fatica nel Como ultimo in classifica con 0 vittorie in 7 giornate. Mai pienamente a suo agio da mezzala durante la gestione Giacomo Gattuso, è stato provato da play da Moreno Longo a Cosenza. I risultati sono stati tutt’altro che entusiasmanti. L’ex Torino ha sofferto per tutta la gara l’enorme pressione esercitata dal duo Voca-Brescianini, che ha stravinto nonostante la teorica inferiorità numerica il duello col molto più tecnico rombo avversario. In seguito ad anni difficili, la sensazione è che al ragazzo stia mancando la capacità di calarsi nel nuovo contesto per interpretare correttamente la nuova fase della sua carriera. Le qualità non si discutono, ma al momento non emergono in terra lariana. Per far svoltare il proprio campionato e quello del Como servirà una presa di coscienza, perché il bivio a cui si trova è di quelli importanti.
Emanuele Garbato
Perché non si parla abbastanza di Michele Mignani?
Un percorso esaltante, unica imbattuta in Serie B, miglior attacco e vetta della classifica. L’inizio di stagione del Bari ha lasciato sorpresi tutti. Al netto della dimensione enorme della piazza, i biancorossi non partivano e non partono per le zone più alte della classifica. La squadra messa su da Ciro Polito, che segue quella dello scorso anno, non è l’organico più forte di tutta la Serie B. Dal mercato sono arrivati innesti ben precisi e di qualità che, un uomo di cui si parla troppo poco, ha messo insieme alla perfezione: Michele Mignani. All’esordio assoluto su una panchina di Serie B, l’ex bandiera del Siena ha dimostrato di saper rendere al massimo con principi semplici e nel nome di una concretezza incredibile. Gli accorgimenti tattici messi in piedi dal passaggio dalla Serie C alla Serie B hanno permesso al Bari di indossare un abito perfetto per questa categoria. L’utilizzo di Folorusnho è semplicemente fantastico ed il calciatore è uno dei segreti di questo Bari. Mignani, dunque, è l’artefice principale di questo grande inizio di stagione nonostante il suo sia un profilo poco chiacchierato e poco esaltato. Faremmo bene, tutti e nessuno escluso, a porre maggiore attenzione a profili simili.
Alessio D’Errico
Perché il Palermo sta faticando più del previsto?
Non è servito fino a questo momento il cambio dell’allenatore in extremis pre campionato e l’arrivo di un tecnico come Corini che conosce bene la piazza. Dopo l’ultimo ko contro il Südtirol la crisi di risultati e di gioco è evidente per i rosanero ma tutte le colpe non sono esclusivamente della guida tecnica. Diversi giocatori arrivati in estate come veri e propri colpi per la categoria non stanno dando l’apporto sperato. Stulac, che in teoria doveva essere la principale fonte di gioco, sta faticando in questa fase. In attacco non stanno arrivando i gol sperati e la difesa è piuttosto ballerina. Insomma tanti flop in quest’inizio stagione proprio a livello individuale, spesso non solo è mancata la squadra a livello tecnico ma anche in termini di personalità. Rosa alla mano non ci si aspettavano tutte queste difficoltà ma ora è giunto il momento di vedere i giocatori più esperti prendere in mano la squadra, in modo tale da permettere anche a mister Corini di ritrovare la quadra.
Francesco Gala