Il caso Reggina finisce in Parlamento – L’on. Cannizzaro: “Bisogna tenere conto della Giustizia ordinaria”
Il caso Reggina arriva in Parlamento. L'onorevole Cannizzaro chiede l'intervento dei vari Ministeri. La partita contro la Figc diventa dura
Il caso Reggina non si placa anzi finisce anche in Parlamento. Lo scontro tra Figc e Reggina è ancora aperto, una partita lunga e complicata per alcuni versi. Sul caso è intervenuto anche l’onorevole Francesco Cannizzaro, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, in un’interpellanza urgente rivolta al Governo ha portato all’attenzione dello stesso la vicenda, chiedendo l’intervento di vari Ministeri.
Ecco le sue parole
“Chiedo vengano interessati della vicenda il Ministro della Giustizia, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il Ministro per lo Sport e i Giovani, perché non è possibile che la Giustizia sportiva prevalga su quella ordinaria in un caso come quello della Reggina. La Reggina, in data 28/4/2023, ha depositato il ricorso per l’omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti e transazione su crediti tributari e previdenziali. La procedura di accordo di ristrutturazione dei debiti è un’opzione che la legge dello Stato dà agli imprenditori per anticipare e risolvere le situazioni di difficoltà economico-finanziarie ancora reversibili, con l’intento di dare la possibilità alle società, comprese quelle di calcio professionistico, di superare le difficoltà.
La Reggina in previsione della scadenza federale per pagare gli emolumenti e relativi oneri, sia a febbraio che a marzo ha depositato istanza al Tribunale per chiedere di essere autorizzata al pagamento dei contributi previdenziali, ricevendo diniego. In entrambe le occasioni, la Società, pur sapendo di incorrere in possibili sanzioni federali, ha ritenuto di doversi adeguare alle decisioni del Tribunale di Reggio Calabria (per evitare il rischio di estromissione dalla procedura), in ossequio a quanto ben precisato nel provvedimento di diniego ai pagamenti, dove si legge che le norme dell’ordinamento sportivo non possono derogare all’applicazione della disciplina dell’ordinamento statale. Intanto però la giustizia sportiva ha già sanzionato la Reggina per non aver rispettato le scadenze, ciò perché le norme della FIGC non contemplano la procedura messa in atto.
Nel frattempo da parte della Procura Federale è arrivato pure il deferimento relativo alle scadenze saltate, sia per la Reggina che per il suo Amministratore Delegato. E altre sensazioni sembrano presentarsi all’orizzonte. In tale contesto, inoltre, la FIGC non sembra avere neppure l’intenzione di armonizzazione il diritto sportivo con quello nazionale rispetto alle norme in materia di crisi d’impresa, quanto piuttosto a rafforzare la volontà di decisione del diritto sportivo anche su quello nazionale. Alla luce di ciò chiediamo quali iniziative intendano intraprendere i Ministri al fine di evitare che una Società calcistica in stato di crisi possa essere destinataria di una disciplina giuridica diversa da quella riservata a una normale società commerciale, e quindi essere penalizzata, solo per il fatto che soggiace anche all’ordinamento sportivo che, seppur autonomo, è però subordinato a quello statale”.