Latina, Ferullo e Mancini: “Ci stiamo mettendo la faccia”
Nelle persone di Angelo Ferullo e Benedetto Mancini, apprendiamo un bilancio del primo mese di lavoro alla guida del Latina. Ecco le loro parole, apparse sul sito ufficiale del club: “Il notaio ci ha comunicato poco prima della conferenza che è stato formalizzata l’iscrizione anche alla Camera di Commercio. Tutte quelle illazioni che c’erano, sul […]
Nelle persone di Angelo Ferullo e Benedetto Mancini, apprendiamo un bilancio del primo mese di lavoro alla guida del Latina. Ecco le loro parole, apparse sul sito ufficiale del club: “Il notaio ci ha comunicato poco prima della conferenza che è stato formalizzata l’iscrizione anche alla Camera di Commercio. Tutte quelle illazioni che c’erano, sul fatto che potessimo scappare, non sono fondate. Era solo un problema tecnico che è stato formalizzato, ma non era un problema. Come abbiamo detto nella recente intervista proseguiamo nell’opera di risanamento della società nella quale abbiamo creduto il 27 dicembre. Voglio ricordare che se non avessimo acquisito la società in quella data, il 28 dicembre il Latina Calcio sarebbe stato coi libri in tribunale. Solo noi abbiamo avuto coraggio e convinzione di poter salvare la società. Lo stiamo facendo con tanta passione, ci stiamo mettendo faccia, impegno economico e strutture finanziarie per far sì che il progetto prosegua più forte. Il 16 febbraio ci presenteremo con tanta serenità, prepareremo documentazione e adempimenti per dimostrare che il Latina Calcio non è un’azienda in stato fallimentare. Si tratta di un’udienza prefallimentare, quindi bisogna dimostrare attraverso una relazione tecnica che le operazioni di mercato hanno permesso di risistemare i conti anche a livello di Federazione, di Co.vi.soc. Contiamo sulla stessa fermezza, certezza e convinzione. Vorrei ringraziare tutti i ragazzi rimasti, che hanno dimostrato attaccamento alla maglia e alla società. Hanno sgomitato, fanno i professionisti e pretendono di fare carriera. Davanti a una società che ha dimostrato di essere tale, e non un supermercato, hanno aderito a un progetto e sono rimasti da veri professionisti. Ringrazio anche mister Vivarini. L’operazione Scaglia è stata descritta in tutte le maniere. Io non ho mai accettato nessuna minaccia, nessuna costrizione e nessuna forma di ricatto. Quando alle 22.20 una persona chiama e ti dice: “Da domani non mi alleno e vi mando i certificati”, penso che questo professionista non possa più fare parte della nostra famiglia. Alle 14.33 mi aveva chiamato anche il megapresidente del Parma, l’ho ringraziato per la telefonata e gli ho ribadito che non era in vendita perché faceva parte del nostro progetto. Davanti all’ultimo ricatto, nella quale non c’era più Diego Tavano che non ha inciso nella nostra decisione, è stata accettata questa richiesta economica. Gli abbiamo offerto rinnovi e prolungamenti di contratto, penso che non dobbiamo fregare nessuno. Chi è rimasto, e continua a ringraziare, saranno dei leoni. Stiamo combattendo contro tutto e tutti, illazioni e voci. Il 27 dicembre non c’era tutta questa fila sulla Pontina, erano tutti pronti a certificare la morte del Latina Calcio entro 24 ore. Abbiamo una squadra forte, se ha ottenuto i punti attuali non è grazie a Scaglia. È riduttivo attribuire solo a lui i meriti, tolto un giocatore per il quale abbiamo fatto di tutto, andremo avanti. Davanti a ricatti e prevaricazioni non ci siamo stati. Il Latina sta diventando un’azienda sana, questa società arriverà ad essere rispettata come una società seria e vera nel giro di 24 mesi. I ragazzi che ho citato sono quelli che hanno portato i risultati. Se li sono guadagnati loro e non Gigi Scaglia, un dipendente che ha deciso di portare a termine quest’avventura. Il nostro obiettivo è quello di continuare su questa strada, arrivare al 16 febbraio per dimostrare che il Latina Calcio è in ottime condizioni. Siamo qui pronti a collaborare, ce lo hanno chiesto Roma, Milan, Bologna e Lazio. Tutti riconoscono ora il Latina come una società seria, quello che abbiamo fatto in 33 giorni è qualcosa di importante per la società. Siamo prestati a fare un servizio a Latina, l’operazione Scaglia difende la dignità del Latina. Chi sta col Leone Alato deve meritarselo. I primi ad essere arrabbiati per la cessione di Scaglia eravamo noi, ma a Milano parlavano solo quello che abbiamo fatto noi, perché vendere a 600.000 euro un ragazzo di 31 anni è un’impresa. La loro offerta era di 200.000, ma noi non siamo un supermercato. Non posso pensare di regalare Scaglia perché vuole avvicinarsi a casa, altrimenti faceva un altro lavoro. Non posso arrivare ad essere ricattato e a ricevere alcune telefonate che non fanno parte del nostro mondo. Uno che arriva a dire certe cose non ha rispetto dei compagni e non è un professionista. A casa del Latina le minacce non esistono. Non ci interessa. Non siamo mai partiti con quest’idea, è un’extrema ratio che non ci piace e non prendiamo in considerazione. L’operazione Boakye che vale più del fatturato mi sembra davvero folle: è tutto bello, ma significa che il giocattolo non funziona. Non facciamo un’azienda per portare debiti, ma utili e soddisfazione sportiva. Il derby è la partita, quello che daremo alla squadra e quello che chiediamo all’ambiente è di aiutarci. Sulla parte extracalcistica continuiamo a lavorare con i nostri professionisti per arrivare al 16 con adempimenti e garanzie. Il 16 febbraio spartiacque? No, è una tappa nel percorso di risanamento della nostra società. Andremo a spiegare e dimostrare negli uffici competenti che quello che stiamo facendo e faremo è coerente con una gestione aziendale. Non abbiamo altro da fare. Rispettando le istituzioni e le attività, dimostreremo che il Latina non è in una situazione fallimentare. Ipotesi negativa? Non c’è. Questa società arriverà serenamente a quel giorno, non ci sono motivi diversi. Il giudice fallimentare deciderà su dei numeri veri e su delle certezze che saranno chiarite“.