2 Febbraio 2019

Lecce, Dott. Palaia: “Abbiamo vissuto attimi di terrore, ma per fortuna Scavone ora sta bene”

I colleghi di teleramanews.it hanno intercettato il responsabile del settore sanitario del Lecce, il Dott. Giuseppe Palaia, che ha raccontato cosa sia successo in quegli interminabili minuti di terrore sul terreno di gioco del Via del Mare. “Scavone ha subito un trauma cranico della regione paretale con uno stato commotivo e perdita di coscienza, quando […]

Lecce

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I colleghi di teleramanews.it hanno intercettato il responsabile del settore sanitario del Lecce, il Dott. Giuseppe Palaia, che ha raccontato cosa sia successo in quegli interminabili minuti di terrore sul terreno di gioco del Via del Mare.

Scavone ha subito un trauma cranico della regione paretale con uno stato commotivo e perdita di coscienza, quando è caduto era già incosciente. A questo punto siamo corsi in campo, i primi ad arrivare siamo stati noi i medici del Lecce, dopo pochi secondi è arrivata l’equipe dei medici in campo col dottore Tondo, il dott. Tiano e relativo personale paramedico. Ho effettuato la respirazione bocca a bocca poi sono iniziate le procedure per risolvere lo stato di incoscienza dell’atleta che era bradicardico e quindi in ipostistolia, con ipossia cerebrale; all’arrivo del rianimatore sono state fatte tutte le manovre che comportano la disostruzione delle vie aeree e l’ossigenazione del paziente e piano piano c’è stata la ripresa anche del livello di coscienza, a questo punto si è chiamata l’ambulanza”.

Polemiche per le difficoltà con cui l’ambulanza sia entrata sul terreno di gioco, ostacolata dai cartelloni pubblicitari presenti a bordo campo, che i calciatori in campo si sono dovuti operare per spostare.

“Non ha inciso però; io non me se non nemmeno accorto perché ero intento a rianimare il ragazzo. I presidi di rianimazione erano già sul campo e sono domenicalmente in campo da moltissimi anni, questo ci tengo a sottolinearlo, dalla fine anni 80. Ieri c’è stata una perfezione e una sincronia nei vari anelli di rianimazione che formano la catena rianimatoria perfetta. Già alla fine degli anni 80 io ero in campo nella doppia veste di anestesista e medico sociale, insieme al dott. Montinaro che già a quel tempo tramite permesso e autorizzazione del direttore del Vito Fazzi, portava il defibrillatore in campo semiautomatico”.