Lecce, Liverani: “Gruppo plasmato sin dal ritiro. 7-0 all’Ascoli snodo cruciale della stagione”
LIVERANI LECCE – Fabio Liverani ha parlato alla trasmissione “Passione giallorossa” della straordinaria cavalcata del Lecce culminata con la promozione in Serie A, ritornando su quelli che, a suo avviso, ritiene siano stati i momenti determinanti che hanno permesso ai salentini di raggiungere un obiettivo di così elevata portata. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni riprese […]
LIVERANI LECCE – Fabio Liverani ha parlato alla trasmissione “Passione giallorossa” della straordinaria cavalcata del Lecce culminata con la promozione in Serie A, ritornando su quelli che, a suo avviso, ritiene siano stati i momenti determinanti che hanno permesso ai salentini di raggiungere un obiettivo di così elevata portata. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni riprese dai colleghi di TuttocalcioPuglia.com:
“Io credo che l’importanza del ritiro sia quella di incominciare a formare una squadra. Durante il ritiro si inizia a costruire un gruppo. Nei mesi bisogna farlo diventare squadra. Avevamo deciso di intervenire in modo forte sulla rosa per cercare di costruire un’idea di calcio pensata con il Direttore e con la società. Ci servivano quindi profili diversi rispetto a quelli che avevano vinto il campionato di serie C”.
“La prima partita di campionato è stata la nostra presentazione. Il Benevento era un banco di esame importante davanti a tutto quel pubblico contro una squadra costruita per vincere. La squadra fece un’ora di livello assoluto, neanche noi dello staff pensavamo possibile. Durante la settimana successiva, in noi è cresciuta la convinzione di poter fare qualcosa di bello. Per noi dello staff è stato come vedere un bambino crescere. Sapevamo che c’era del potenziale su cui lavorare. Anche la partita di Verona è stato un banco di prova importante. Lì ci siamo arrivati con maggiore maturità, siamo riusciti a superare una squadra forte con personalità, umiltà e consapevolezza nei propri mezzi. La prima partita di ritorno contro il Benevento mi aveva dato delle certezze ma anche un po’ di amarezza. Contro di loro abbiamo fatto, secondo me, la partita migliore. Ci fu un eccesso di sicurezza da parte di Lucioni, però, restai orgoglioso dei miei ragazzi perché per il 70 % della gara giocammo nella loro metà campo. Fece piacere perché giocare così contro una squadra forte significava avere personalità e tanta attenzione. La partita contro il Livorno, per la classifica, è stata fondamentale. Un risultato negativo avrebbe lasciato delle scorie. Non si potevano perdere punti contro il Livorno. Vi posso assicurare, però, che andare sotto per 2 a 0 e poi recuperarla non è mai semplice. Quella vittoria in rimonta è stata la vittoria del gruppo. Vincere il trittico in casa è stata fondamentale. Fare questa cosa straordinaria con tre partite consecutive in casa, a marzo, ci ha dato quel qualcosa in più. C’erano tanti rischi ma noi siamo partiti forte. Il 7 a 0, per la forza che la squadra ha messo con quella cattiveria di raggiungere il risultato ha fatto la differenza. Anche vincere lo scontro diretto contro il Pescara ha rafforzato in tutti noi quella speranza nella vittoria finale. Contro il Cosenza, pronti via, eravamo già sotto, c’erano tutte le difficoltà ed i ragazzi sono stati bravi a ripartire subito con una tranquillità che mi ha fatto capire di poter veramente arrivare a fare qualcosa di grande. A Perugia c’è stata la svolta. Penso a Riccardi, un ragazzo forte e di prospettiva, già lo scorso anno. Il ragazzo, da quando sono arrivato io, ha giocato molto. Peccato per l’infortunio, a me è dispiaciuto tanto perché ha temporaneamente bloccato il suo percorso di crescita. È stato bravo a recuperare in questa stagione, è un giocatore di prospettiva e potrà diventare un giocatore affidabile. Sono contento di averlo fatto giocare al Curi, soprattutto per come ha reagito durante la partita contro avversari difficili da affrontare. È un ragazzo che aspetto in ritiro per valutarlo e per inserirlo in pianta stabile in questa squadra”.
“Credo che già col Brescia avevamo avuto l’antipasto di quello che poteva offrire questa gente, questa tifoseria. Giocare in uno stadio colorato e vicino a questa maglia è bellissimo. Per ogni giocatore o addetto ai lavori, salire le scalette dello stadio e vedere tutta quella gente è un sogno. Sono convinto che ogni componente di una società o di una squadra porti dei punti o tolga dei punti. Lo stadio pieno, l’entusiasmo e la positività aiuta tantissimo, alla fine della stagione sui nostri 66 punti, una parte di questi è stata portata da loro”.