Como, Longo: “Mai dalla panchina si chiede ai ragazzi di stare tutti indietro o di smettere di giocare”
Le parole dell'allenatore
L’allenatore del Como Moreno Longo è intervenuto su Laprovinciadicomo.it per commentare il momento della squadra.
Ecco le sue parole:
“Non ero spaventato dopo il k.o. di Venezia. Dopo una partita? Da una parte la situazione era chiara: una squadra rodata, che ha cambiato pochissimo contro una squadra come la nostra che ha cambiato molto, anche il sistema di gioco. Dall’altra però… Dall’altra è rimasto il rammarico perché abbiamo giocato buoni 25’ e dopo il primo gol siamo usciti dalla partita in una maniera che non mi aspettavo.
Già contro la Reggiana ho avuto una risposta, perché la squadra non si è portata dietro la paura dopo la partita di Venezia. Un buon primo tempo. Certo, il finale è stato amaro. Abbiamo perso due punti per un episodio che ovviamente non doveva capitare.
Ho notato che i miei cambi non sono piaciuti… Però a volte la gente non sa cosa c’è dietro un cambio. Iovine non ne aveva più davvero, e Chajia aveva perso tre palloni importanti, pretendevo una attenzione diversa perché sapevo che con un episodio la gara poteva riaprirsi . Non è che si fanno i cambi così, a caso. La volontà era quella di proseguire dominando. Vi dico una cosa: mai dalla panchina si pensa “ragazzi tutti dietro, smettiamo di giocare”, specie se si arriva da una buona ora di gioco.
E’ una situazione mentale. Non solo nostra, comune a tante situazioni. Capita di dire di continuare a spingere, di cercare il 2-0. Ma poi contano le energie nelle gambe, la forza mentale e l’avversario che, una volta sotto, cambia modo di giocare, da prudente si fa aggressivo, spregiudicato. La nostra filosofia è quella di cercare di essere dominanti dal primo all’ultimo minuto. Se ci riusciremo non lo so, ma non vorrei che si pensasse che qualcuno a un certo punto decide di staccare la spina.
Una grande partita contro lo Spezia, che mi ha fatto capire che siamo sulla buona strada. Soprattutto un grande primo tempo. Scusate la precisazione, ma bisogna anche fare un salto di qualità mentale. Ormai il calcio, così stressante, così energico, passa da una valutazione di gruppo più che di undici titolare. L’undici titolare non esiste più, c’è una rotazione consentita dalla rosa allargata e spesso ricca di qualità. Non sempre si può giocare con quattro giocatori offensivi. Dipende. Domenica lo Spezia aveva un giocatore molto offensivo sulla fascia e ho pensato che Da Cunha potesse essere più utile al compito. O si entra in questa ottica oppure ogni domenica qui c’è un caso. Perché Chajia, Cutrone, Cerri, Da Cunha, Verdi assieme non possono giocare eh…
Kone ha delle caratteristiche particolari che il Como non aveva prima. Ha visione, ma anche capacità di ribaltare l’azione. E’ un giocatore che può segnare fortemente l’assetto del centrocampo. Ricordate sempre però che non ha fatto il ritiro estivo. Non è ancora al massimo e va dosato con cura. Baselli non gioca da due anni con continuità. Dico solo: continui così e sarà un elemento importanti di questo Como. Su Cerri è stata una bella botta. Dobbiamo essere prudenti sul suo recupero con la Ternana. Vedremo. Abildgaard invece mi sembra più recuperabile.
Io non giudico, la gente ha il diritto di manifestare quello che pensa. Dico solo che serve sempre equilibrio, che una squadra molto nuova come la nostra, che sta cercando ancora gli automatismi, non può essere giudicata dopo una partita. Se poi alla fine del girone di andata saremo messi male, allora per carità…”