Cittadella, Maniero: “Questa è la piazza ideale, ma tra di noi avvertiamo pressione”
CITTADELLA, LE PAROLE DEL PORTIERE MANIERO LUCA MANIERO CITTADELLA – Luca Maniero, portiere attualmente in forza al Cittadella, ha parlato nel corso della trasmissione “Solo per la maglia“, come apprendiamo da padovasport.tv: “Il Manchester United nel 2011? A me direttamente non arrivò niente, mentre si parlò maggiormente nel concreto di un’altra società inglese, ma questo […]
CITTADELLA, LE PAROLE DEL PORTIERE MANIERO
LUCA MANIERO CITTADELLA – Luca Maniero, portiere attualmente in forza al Cittadella, ha parlato nel corso della trasmissione “Solo per la maglia“, come apprendiamo da padovasport.tv: “Il Manchester United nel 2011? A me direttamente non arrivò niente, mentre si parlò maggiormente nel concreto di un’altra società inglese, ma questo accadde, se non erro, l’anno dopo. Ad ogni modo non c’era nulla di concreto.
Cos’è cambiato da Venturato a Gorini? Come modello di gioco i concetti implementati sono gli stessi, quelli che si portano avanti da quando arrivò Venturato, nonostante i tanti avvicendamenti in campo dovute alle manovre di calciomercato del direttore. A livello tattico, dunque, non è cambiato nulla, al massimo qualcosina grazie a delle novità portate dal nostro atuale tecnico. Con Gorini si è instaurato sin da subito un grandissimo rapporto, perché faceva già parte dello staff, dunque per noi è stato facile assorbire il passaggio da vice a primo allenatore. Mi ha sorpreso molto positivamente, perché quando fai il secondo hai un determinato rapporto, ma il tuo status cambia quando diventi primo allenatore. Ciò avrebbe potuto essere difficile, invece è stato molto bravo in questo. Ha conservato la sua indole scherzosa, mentre Venturato aveva peculiarità caratteriali differenti.
Prima di arrivare a Cittadella avevo delle gerarchie sempre ben chiare. Da quando sono qui, nei primi due anni Paleari era il primo e io il secondo, mentre quest’anno sta giocando Kastrati, che sta facendo molto bene, ma entrambi ci alleniamo sempre al massimo per mettere in difficoltà l’allenatore. Nel nostro ruolo uno gioca e l’altro guarda, ma in una società come il Cittadella viene sempre concessa la possibilità, quindi deve essere il calciatore bravo a far cambiare idee al tecnico, com’è successo a me l’anno scorso.
Quando ero più giovane, come nelle esperienze a Mantova oppure a Crotone, subito tanto il fatto di non giocare. Allenarsi al massimo sapendo che nel weekend non giocherai è la cosa più difficile, magari i giovani d’oggi fanno fatica ad accettarlo. Fatto questo step, ho percepito un netto miglioramente e mi sono sempre fatto trovare pronto. Questa è la piazza ideale in cui giocare, perché hai tutto per fare bene, poi ovviamente sta a te.
L’anno scorso le stavo giocando tutte, poi ho avuto un mese di COVID e Kastrati ha giocato e fatto bene. Sono tornato ma ad aprile ho avuto un problema al menisco e sono stato fermo altri due mesi. Quest’anno è partito lui titolare, l’importante è farsi trovare pronti quando chiamati in causa, come dicevo prima. La partita contro il Benevento? Sapevo dalla mattina che avrei giocato, ma è stato un match strano. Ho preso quattro gol, non mi era mai successo: fino al 70′ partita sull’1-1, loro non avevano fatto altri tiri e noi eravamo in partita. Nel giro di cinque minuti abbiamo subito tre gol.
La neopromossa che mi sembra più attrezzata? Quest’anno, più degli altri, ho notato come le quattro neopromosse stiano tutte benissimo nel campionato. Soprattutto in cadetteria basta poco per trovarsi nelle posizioni infelici, perché si gioca tanto e le distanze sono corte. Il compagno nel Cittadella con il quale mi sono allenato in maniera più forte? Moncini è stato clamoroso, lo vedevi in allenamento ma in partita segnava ad ogni pallone toccato in area. Non so come faccia, ma il direttore riesce in ogni stagione a prendere giocatori di qualità dalla Serie C, oppure rilancia calciatori dopo annate non positive. Da quando sono qui abbiamo perso due finali, le pressioni dall’esterno non si percepiscono ma posso assicurare che all’interno ci sono, tra di noi vediamo che ogni anno arriviamo lì, quel passettino ci cambierebbe la vita.
Il gruppo sa una cosa: le difficoltà sono ovvie, viviamo partita dopo partita ma abbiamo un grande obiettivo. In questo momento l’importante è trovare quadratura e continuità per fare un bel filotto. Pensiamo prima di tutto alla salvezza, perché fino a due-tre partite fa il distacco era ridotto. A marzo-aprile vedremo dove saremo. Come dicevo, qui ho perso due finali, tre con quella di Palermo, quindi non diciamo nulla ma sarebbe un qualcosa di bello“.