Lecce, Mancosu: “Serie A? Per forza. Siamo una squadra forte. Ci sono tutte le condizioni per far bene”
MANCOSU LECCE SQUADRA – Marco Mancosu, centrocampista del Lecce, successivamente al rinnovo di contratto fino al 2023, ha parlato ai microfoni di canale 85 durante la trasmissione Passione Giallorossa. Ecco quanto riportato da calciolecce.it: “La gara conto l’Entella è stata una bella partita. Per me era speciale, affrontavo mio fratello. La cosa importante però era dare […]
MANCOSU LECCE SQUADRA – Marco Mancosu, centrocampista del Lecce, successivamente al rinnovo di contratto fino al 2023, ha parlato ai microfoni di canale 85 durante la trasmissione Passione Giallorossa.
Ecco quanto riportato da calciolecce.it: “La gara conto l’Entella è stata una bella partita. Per me era speciale, affrontavo mio fratello. La cosa importante però era dare continuità dopo le scorse partite. Mio fratello mi ha fatto sempre un po’ di nonnismo, mi sono vendicato in campo. A fine gara ci siamo salutati, non potevamo farlo prima. Lui si è arrabbiato ma essendo in panchina avevamo tempi diversi. Mi sono fatto male con un fallo vicino la bandierina. Non so dire come sono caduto, mi hanno pestato forse e a caldo non sentivo nulla. Con la sosta abbiamo deciso di mettere il gesso per guarire bene, non credo sarà un problema la mia presenza con la Reggiana. Il problema sarà allenarsi, ma ci sarò sempre. Con l’emergenza Covid-19 la nostra vita è cambiata in peggio. Appena c’è un positivo dobbiamo andare in isolamento, è un disastro star lontani dalle famiglie. A livello mentale è dura…sbrocchi. E’ come essere perennemente in ritiro, la routine disturba. In città puoi fare qualcosa per distrarti. Lì era pranzo-allenamento-merenda-cena. I giorni non passano mai. Giocare il calcio a porte chiuse è deprimente. Tu se fai un gol vorresti esultare coi tifosi, non ti gasi dopo una bella giocata. E’ brutto anche per loro, molti tifosi leccesi sono malati di Lecce. Non poter seguire la squadra, anche per chi vive fuori, è dura da accettare. Che sensazione ho io? Manca la normalità, c’è il lato bello e il lato brutto, i fischi. Manca ciò che ci fa calciatori, uscire per il riscaldamento con la gente. Già 1000 tifosi con la Cremonese creavano un effetto diverso. Sticchi Damiani urla continuamente mentre giochiamo? Io non lo sento dal campo. L’ho visto con la Cremonese, lo avevo vicino. E’ molto dentro la partita. Che ruolo ha? E’ una persona giovane, brillante, ha talento nel suo campo e non gli si può dire nulla. Quando siamo andati a parlare con gli arbitri, ha preso la parola dopo il torto con la Lazio. Sembrava fosse lì da 30 anni. Nel calcio deve fare esperienza, capire gli errori che ha fatto e dove migliorare. La sua intelligenza lo aiuta. La sua indole da avvocato e professore è impagabile. L’arrivo a Lecce? Avevo il desiderio ardente, morboso, di vincere il campionato a tutti i costi. Il Lecce poteva mettermi in condizione di farlo, vedevo gente che saliva dopo aver fatto un campionato così così e poi facevano bene in B. Lecce è una super piazza, lo era a maggior ragione in C. Ciò che è venuto dopo è inimmaginabile. Una favola. Se è possibile riprenderci la Serie A? Per forza. La verità è che abbiamo una squadra forte. Ci sono tutte le condizioni per far bene. Non si possono perdere tanti punti per strada, sono contento che stiamo carburando ma all’inizio non abbiamo giocato da Lecce. Abbiamo trovato una quadratura e lo si vede in campo. Sarei strafelice di finire la carriera qui diventando una bandiera ma non faccio promesse. Ci potranno essere problemi con società, allenatore e tutto ma Marco Mancosu metterà sempre il massimo impegno con la maglia del Lecce addosso. E’ tremendo vivere la partita senza lo stadio. Dico ai tifosi di tenere duro, ma prometto che tutti vedranno dal vivo una squadra pronta a fare il salto in A. In B non c’è una tifoseria come il Lecce e si meritano un altro bellissimo risultato”.