19 Maggio 2024

Bellinazzo: “Bari, con la C il vero problema sarebbero i contratti. Sulla perdita di valore del club…”

L'analisi dell'esperto

Marco Bellinazzo, firma de “Il Sole 24 Ore” e riferimento per i temi di economia sportiva, ha parlato del Bari al Corriere del Mezzogiorno: “Quanto sarebbe grave la retrocessione sotto il profilo economico? Non sarebbe grave come retrocedere dalla A alla B, tra le quali c’è una differenza importante. Ma spariscono di fatto i diritti tv. In B non sono paragonabili a quelli della A, in C ancora più bassi. Dal mio punto di vista, la perdita economica sarebbe tollerabile. Il problema potrebbe essere un altro.

Quale? I contratti. Nel caso del Bari occorrerà valutare quelli pluriennali più impegnativi. La retrocessione in C non prevede una decurtazione di ingaggio. Non a caso la maggior parte dei club che arriva fino al fallimento è quella che, una volta scesa in C, non riesce a risalire subito. Si crea un disequilibrio economico rilevante. La società dovrebbe poi far seguito con una ricapitalizzazione. Tendenzialmente si verifica una corsa a liberarsi degli ingaggi elevati, ma non è facile.

È chiaro che una società che finisce in C, ma si pone la prospettiva di risalire velocemente in A, deve programmare un investimento di 20-25 milioni. Quel costo è il valore che viene meno dopo una retrocessione. Quanto vale il Bari in B? Difficile dirlo. Ci sono vari criteri per stabilirlo. Siamo sui
50-60 milioni, e chiaramente incide molto il valore del brand.

Vendere con la società in C significa cedere al minor prezzo possibile. In ottica finanziaria, sicuramente converrebbe mantenerla, anche perché c’è lo spazio regolamentare concesso alle multiproprietà.

Perché il Bari è arrivato a questo punto? C’è un parallelo tra quanto è accaduto al Bari e al Napoli.
Sono stati fatti acquisti sbagliati ed è mancata la coesione di intenti che deve partire dal management. I cambi di allenatore sono sempre un terno al lotto perché non sai mai che tipo di riscontro ci può essere nello spogliatoio. E poi c’è la difficoltà di correggere errori dinanzi a risultati sempre più negativi, anche al di là di ciò che ci si potesse aspettare.

La politica dei prestiti? I prestiti sono un’arma importante nei gruppi di società perché permettono di valorizzare i giocatori. Ma, al di là di questi, il concetto vale molto meno. Mettere in atto tanti prestiti
significa non avere le idee chiare sulla patrimonializzazione del club. Si cerca di non pesare sugli ammortamenti e paghi solo l’ingaggio, ma qualsiasi forma di valorizzazione va a beneficio di chi è proprietario del cartellino. Non si può basare un processo industriale sui prestiti
“.