Crotone, Marino: “Il Perugia fa dell’intensità la sua arma migliore. I miei ragazzi sanno come reagire”

MARINO PERUGIA CROTONE – Pasquale Marino, tecnico del Crotone, ha parlato alla vigilia della sfida contro il Perugia. Ecco le sue parole, riportate da ilrossoblu.it:

“Dal punto di vista psicologico il Crotone ha avuto buone reazioni anche quando è stata sotto. Con il lavoro quotidiano miglioriamo gli automatismi. Adesso i ragazzi stanno lavorando tutti, i nazionali hanno avuto un dispendio di energia ma hanno fatto bene, sono in fiducia.

Sul Perugia. Loro stanno facendo bene, l’unica nota negativa è stato l’ultimo match, il Perugia ha un’ identità delineata. Ci aspettiamo una squadra forte davanti, aggressiva che fa dell’intensità la sua arma migliore, dobbiamo essere bravi a mettere la stessa intensità e ferocia agonistica degli avversari. Hanno la mente più libera rispetto al Crotone che deve fare punti.

Sui suoi. Pochi appunti da fare, ci sono situazioni da migliorare però credo che col lavoro fatto per noi è stato un momento positivo perché abbiamo avuto tempo per migliorare meccanismi diversi. Dal punto di vista del morale dobbiamo crescere ed essere ottimismi, molte cose col Frosinone sono state positive. La squadra ha voglia e partiamo da questo, ma bisogna migliorare gli sviluppi della fase di possesso e non possesso. Ho trovato un gruppo che vuole migliorarsi e portare avanti un certo tipo di lavoro. Quando si cambia staff tecnico in corsa ci sono cose diverse, da quando sono arrivato io si stanno impegnando con la massima disponibilità su quello che chiedo, nello spartito degli interpreti ovviamente. Per ora i cambiamenti si fanno in maniera graduale. Mi interessa che seguano quello che noi prepariamo, e hanno risposto bene.

Su Estevez e Benali. Hanno recuperato ma non hanno i 90 minuti, sono a disposizione, vedremo. L’importante è che stiano bene, sono fondamentali per il Crotone. (Recuperano Juwara,  Kargbo, Oddei e Borello).

Sulla classifica. Manca tanto alla fine del campionato, e la squadra deve avere una fisionomia delineata, i risultati arrivano attraverso il gioco, non per l’estetica. Dobbiamo trovare una nostra identità di gioco continua. Non facciamo giocate fine a se stesse, arriviamo lì per essere incisivi, non per dare spettacolo”.