Genoa, Martinez: “La parata a Bari, con 39 di febbre, ha cambiato la mia stagione. Voglio giocare la A con questi colori”
Le parole del portiere del Genoa
Il portiere del Genoa Josep Martinez, perno della squadra di Gilardino, ha parlato ai microfoni del Secolo XIX circa il suo stile di gioco nel Genoa e la sua stagione sin qui con la maglia del Grifone. Di seguito le sue parole:
“La svolta è arrivata quando feci la parata nel finale a Bari anche se avevo lavorato tanto anche prima. Poi ho avuto un infortunio alla schiena e ha giocato Semper che è un portiere di alto livello. Ho dovuto così aspettare il mio momento di fare qualcosa in più. Poi è arrivata la parata a Bari con 39 di febbre. Questo è il calcio: quando sembra che tutto va male accade qualcosa che cambia la situazione. A Bari è stato anche un po’ il mio destino: il pallone era abbastanza centrale, bastava che fosse più alla mia sinistra e avrei potuto fare poco. Quella con il Venezia è stata la più difficile: il tiro era forte e io stavo tornando in porta. Con la Reggina la palla era più morbida e la difficoltà era nel tornare in porta. Qualche difficoltà mi ha messo in grande difficoltà anche quando gioco con i piedi grazie al pressing, ma sto imparando ad uscire da tute le situazioni”.
Sullo stile di gioco al Genoa: “Tocco tanti palloni coi piedi perchè è la squadra che gioca in questa maniera. Casomai altre squadre non giocano in questo modo perchè non hanno qualità o la mentalità per farlo. Se abbiamo la fortuna di andare in Serie A, dobbiamo continuare con questa mentalità: ci può dare buoni risultati alla lunga. All’inizio è stato più difficile, venivo da due anni senza giocare in partita. Ma il calcio è la vita, devi lavorare e continuare con la mentalità giusta. E col passare del tempo ho iniziato a capire di più cosa voleva la squadra. Ho scelto il Genoa per la loro idea di gioco, non è una squadra che deve stare in B, qui c’è un progetto importante”.
Differenza tra Germania ed Italia: “La fase difensiva, qui non è facile vincere partita, anche se giochi contro l’ultima in classifica. Le partite in Germania finiscono 3-0. Qui no, si fa la differenza con i piccoli dettagli”.
Sulla classifica: “Stiamo bene, i risultati ci hanno dato fiducia. Bisogna puntare al massimo e mettere il Genoa dove merita: al primo posto e andare in Serie A. Non puoi guardare dietro, altrimenti iniziano i problemi. Devi guardare solo alla squadra che è davanti: se vinciamo le quattro partite che restano chiudiamo al primo posto. Bisogna essere ambiziosi e arrivare prima dell’ultima partita o delle ultime due con la promozione in tasta. Mi piacerebbe giocare la A con questi colori, nel mio contratto che in caso di promozione rimango qui, è il mio obiettivo”.
Sui tifosi: “Sono speciali. Se sono nove gare che non prendiamo goal in casa significa qualcosa, non è solo merito della squadra. Quando arrivi al Ferraris succede come alle squadre che giocano in Champions contro il Madrid: hanno rispetto per il Bernabeu. La stessa cosa avviene al Ferraris. Non credo di aver visto in giro tifosi come quelli del Genoa: spingono per la squadra e noi lo sentiamo”.
Su Gilardino: “Ha portato sicurezza e comunicazione. La mentalità non è molto diversa da quella di Blessin, ma il suo modo di comunicare ha portato fiducia”.