Salernitana, Martusciello: “Ho chiesto alla società di trattenere qualche calciatore. Giusto che Sepe sia il capitano”
Il mister dei granata si sofferma sul mercato
Giovanni Martusciello, tecnico della Salernitana, è intervenuto ai microfoni dei giornalisti al termine del match amichevole contro la Folgore Delfino Curi Pescara, soffermandosi su prestazione e mercato:
LA PRESTAZIONE – “La squadra ha riportato in alcuni tratti quello che abbiamo provato in settimana, sono contento perché la disponibilità, come auspicavo e speravo, è stata ottima. Sono felice, hanno buttato dentro quello che avevano e non hanno sottovalutato l’impegno, per creare mentalità si parte anche da queste piccole partite. Si viene da una brutta annata e non si può lasciare nulla di intentato. I nuovi si sono inseriti bene, sono arrivati anche velocemente, a parte Gentile che ha avuto un po’ di problemi ma siamo convinti che lo avremo nel giro di una settimana. A oggi l’aspetto positivo è la disponibilità che vedo e mi auguro che nel prosieguo sia lo stesso andando a migliorare a livello fisico, dove i primi 20’ siamo andati bene, poi siamo calati e miglioreremo”.
IL MERCATO – “Sono giocatori della Salernitana chi è qui, non so cosa accadrà da qui fino a fine mese, la chiusura del mercato è il 2 settembre, ballano cinque partite, i ragazzi devono farle anche a livello numerico. Forse faccio discorso agonistico ma non mi importa, vado avanti con le nozioni per far si che i ragazzi comprendano tutto velocemente. Da qui al 30 qualcuno andrà via. Vedremo di velocizzare manovre di apprendimento di chi arriverà, io devo dare il 100% perché ad oggi per me sono giocatori della Salernitana, capisco quel che è successo l’anno scorso e cozza un pochino. Sepe? Gigi lo conosco, per me dà garanzie tecniche e di comportamento, ha avuto fortuna e bravura di vivere contesti in cui a come muoversi nello spogliatoio dove non basta solo la voce dell’allenatore, tranne piccole parentesi è stata un’ancora di salvataggio, mi torna facile, so che ha avuto problemi con la piazza ma devo far di necessità virtù; è un portiere affidabile, un ragazzo per bene ed è giusto che sia il capitano. Ho proposto alla società di trattenere qualche giocatore, è impensabile cambiarne 20 e non voglio neanche farlo, ce ne sono 3-4 che mi piacciono per il mio modulo ma c’è poi da corrisponderla questa mia richiesta da parte dei giocatori, non da parte della società. Bisogna vedere se vogliono rimanere per quello che hanno vissuto. Mi trovo d’accordo sul discorso di Petrachi, le retrocessioni lasciano il segno, anche per come si è determinata la retrocessione c’è poco seguito. Per me che sono campano è impensabile che a Salerno non ci sia gente, è come stare sott’acqua. La piazza è ferita e capisco che sia il troppo amore che va contro l’amore del giocatore. Il calciatore deve essere un divo per il tifoso ma questo non dipende da me, io faccio delle richieste ma preferisco un giocatore meno bravo ma stimolato anziché uno bravo a cui non importa nulla. Dobbiamo lavorare per far sì che chi arriverà possa avere vantaggi nell’apprendere nuove cose ma il mercato è imprevedibile”.
RITROVARE L’ENTUSIASMO – “I primi giorni tutte le squadre alternano lavori a secco con la palla, si cerca di pesare gli sforzi e man mano che ci si avvicina alla gara si lavora su appoggi brevi e roba corta che ci porta a non essere pesanti nelle prime uscite. Io ho accettato il 2 luglio e sapevo che andavo incontro alla problematica di avere una squadra inizialmente che non sarebbe stata quella del campionato, non mi preoccupa perché lo so. Non è presunzione, credo sia la condizione che capita a tante squadre in questo periodo, il mercato fino al 30 agosto fa stare sul punto interrogativo soprattutto in B dove l’aspetto economico fa la differenza e tanti piccoli passaggi di giocatori ci sono anche in altre squadre. Questo non posso gestirlo, non posso prevedere cosa farà il mercato e non ce la faccio a pensarlo, mi piacerebbe avere già la squadra pronta perché porta soddisfazione poter migliorare o peggiorare, perché siamo sotto il cielo, ma non posso gestire questi aspetti, sta ad altri mettere in condizione me di sfruttare bene tutte le mie qualità”.
I GIOVANI – “Andare a giudicare le individualità mi costa fatica, l’obiettivo in questo primo ciclo è vedere reazioni di squadra, ero molto concentrato sull’accorciare da dietro, scivolare, in questo meccanismo si dovrebbe esaltare individualità. Jimenez è qualitativamente buono ma mi chiedo se riesca a mantenere il livello di fatica. Col pallone sono tutti bravi però serve alla squadra un giocatore che fa solo questo? Se riesce ad abbinare la fase difensiva… Per vincere bisogna pensare ad avere un equilibrio fatto di sforzi e fatica, se riesce sono contento perché lo vedo bene, ha da crescere fisicamente, ci sono ragazzi interessanti, anche Di Vico che è 2007 se cresce può avere una bella carriera. Se ognuno va per fatti sui si fa il triplo della fatica, se si collabora se ne fa meno”.