Südtirol, Merkaj: “Club organizzatissimo e serio, ha strutture al top. Il mister è autentico”
Le parole di un attaccante gentile e determinato
L’attaccante del Südtirol Silvio Merkaj è intervenuto sui canali ufficiali del club per raccontare la sua esperienza nella squadra.
Ecco le sue parole:
“Ho trovato subito un ambiente caloroso, familiare, una società bene organizzata e un gruppo composto di giocatori forti, di qualità e molto umili. Mi hanno fatto sentire subito a casa. Avevo sentito parlare bene di questa realtà da molti addetti ai lavori, che mi avevano descritto l’organizzazione e del modo mirato di lavorare della società. Il club è organizzatissimo e molto serio, con strutture fantastiche. Abbiamo un centro sportivo che vorrebbero avere tutti. I dettagli fanno la differenza, secondo me. Ringrazio il direttore e la dirigenza per avermi dato un’opportunità importante e da parte mia l’aspettativa è quella di continuare il processo di crescita. Il calcio per me è sempre stata una priorità una grande passione, un’opportunità…
Sono felice. E’ iniziata bene, più di quanto pensassi, quindi bisogna continuare così per arrivare all’obiettivo che siamo posti come squadra. Anche per quanto mi riguarda sono soddisfatto dell’avvio: le statistiche dicono due gol, un assist e due rigori procurati, che nei numeri vengono contati come assist, comunque quello che conta più di tutto sono i risultati di squadra e per quanto ci riguarda l’obiettivo primario è quello di mantenere la categoria. Poi, una volta raggiunto l’obiettivo, si potrà pensare di partita in partita.
Da quando sono arrivato nei professionisti ho fatto bene e spero di proseguire su questa strada anche nella nuova categoria mettendomi al servizio della squadra. Mi considero un giocatore grintoso, un lottatore. Sono partito dal basso e faccio della fame la mia grande forza. Il debutto sul campo della Sampdoria è stato bello, anche se personalmente è stata la prima partita dopo un paio di mesi, ovvero dai playoff con l’Entella. Ho cercato di fare del mio meglio per la squadra in un contesto importante come quello del Ferraris. Poi ci sono state le soddisfazioni nelle prime giornate di campionato.
Ho imparato non esaltarmi troppo quando le cose vanno bene, e allo stesso tempo a convivere con le difficoltà e gli errori. Un giocatore deve essere sempre affamato e sempre pronto a dare il massimo, fisicamente e mentalmente. Proprio com’è la mentalità qui all’FCS. Tecnicamente il cambiamento dalla Lega Pro alla Serie B non è eccessivo. Certo bisogna essere più veloci a livello di giocate, di testa, bisogna essere più veloci da quel punto di vista e, a livello fisico, cambiano i ritmi, comunque non sono andato tanto in difficoltà per questo. Personalmente ho avuto all’inizio più difficolta quando passai dalla serie D alla serie C, trovandomi di fronte ad un grosso divario sia a livello fisico che tecnico.
Il mister è una persona eccezionale secondo me, soprattutto vera, autentica. Comunica tanto. E’ uno che ti fa rendere tanto e riesce a tirati fuori il meglio per dare sempre il massimo. Secondo me questa è un aspetto importante, infatti la squadra rispecchia un po’ il carattere del mister cioè un battagliero: una squadra che non molla mai e che fa dell’aggressività sua forza. Sicuramente mi trovo bene con questo modulo, a me piace sempre giocare con un’altra punta vicino, in questo modo posso esprimermi al meglio.
Tutte le partite sono difficili, bisogna tenere sempre alta l’attenzione, lavorare sempre con massima attenzione, con grande intensità per arrivare pronti agli appuntamenti. Rover e Casiraghi sono quelli che mi hanno impressionato di più vedendoli a 360° sia in allenamento che in partita, ma qui si sono tanti bravi giocatori, oltre che straordinari compagni di squadra.
Il mio sogno è quello di tutti i calciatori: giocare in serie A e in nazionale, nel mio caso in quella albanese. Ai sostenitori biancorossi dico di accompagnarci con calore e affetto nel corso della stagione. Personalmente cercherò di dare tutto me stesso in campo e continuerò a pensare partita dopo partita, perché questo deve essere un altro punto di partenza. E’ il pensiero di tutti noi quello di pensare in piccolo, di procedere step by step, passo dopo passo, senza fare mai il passo più lungo della gamba. A fine anno si tirano le somme. L’obiettivo però non lo dico, per scaramanzia.”