7 Agosto 2023

Sudtirol, Merola: “La Lega B a presidio della credibilità. L’equa competizione dev’essere garantita sia sul campo che fuori”

Le parole del neoconsigliere

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Federico Merola, consigliere d’amministrazione del Sudtirol, è stato eletto membro del consiglio direttivo della Lega B. Ai microfoni del Corriere dell’Alto Adige, ha parlato del modello che la cadetteria vuole seguire, basato sulla giustizia e sul merito sportivo, visto il caos creatosi inerente ai ricorsi.

Qui le sue parole, estratte dalla fonte già citata: “Di solito il consenso sulla persona arriva solo quando il comportamento di un club e dei suoi sostenitori è “universalmente” apprezzato. E quindi un merito collettivo e non individuale. Non si tratta, però, di un privilegio ma di una responsabilità”.

Quali sono le responsabilità?: “Prima di tutto quella di far funzionare le cose, ovvero garantire a tutte le società il regolare svolgimento della stagione nel rispetto dell’equa competizione, valore fondamentale. L’equa competizione dev’essere garantita sia sul campo che fuori, per questo non è vero che una vittoria in campo è sempre sinonimo di merito sportivo: dipende da come si è comportata la società, prima che quella vittoria arrivasse”.

Si riferisce a qualche caso specifico?:“Assolutamente no. Non si commentano procedimenti in corso fino all’esito finale. Parlo in generale ed è una riflessione storica. Nella storia del calcio italiano sono diversi i casi di squadre, anche blasonate, penalizzate e retrocesse per demeriti sportivi manifestatisi fuori dal campo. Quando queste situazioni si verificano solitamente la frattura del principio dell’equa competizione sta a monte, riconducibile a un tempo precedente e a un piano diverso da quello sportivo”.

Ad andarci di mezzo però sono sportivi e tifosi: “Ci vanno di mezzo tutti! Ci vanno di mezzo anche le altre società, i loro tifosi, tutti gli sportivi coinvolti e soprattutto la credibilità stessa dei campionati, principale valore economico del pianeta-calcio, per questo non ci deve essere accondiscendenza. La Lega di B è dunque innanzitutto posta a presidio di questa credibilità”.

La classe dirigente del calcio italiano è all’altezza?: “Nel complesso direi proprio di sì. In Lega di B ci sono società solide, imprenditori credibili, progetti ambiziosi, competenze altissime, un contesto di grande qualità. Segnalo dall’ultimo report sul calcio italiano Figc-Pwc che circa un quarto delle ricapitalizzazioni del periodo 2021-2022 sono state fatte da società della Lega di B. E tanto in proporzione. Del resto, quando Thomas Arnold, all’inizio del XIX secolo, lanciò lo sport moderno coniando di fatto i principi del fair play e dell’equa competizione, lo fece per forgiare le classi dirigenti dell’Impero Britannico. Questo vuol dire che i primi destinatari delle regole e dei principi promossi dall’ordinamento sportivo sono le classi dirigenti del calcio, ovvero i soci e i proprietari delle società”.

E allora come spiega questa <<stagione dei ricorsi>>?: “Come le ho detto, i commenti sui fatti in corso si faranno solo dopo le sentenze definitive. In generale posso solo dire che i proprietari delle società di calcio, talvolta, per fortuna di rado, non dimostrano di conoscere i valori e le regole dell’ordinamento sportivo. Questo ordinamento ha una sua autonomia e in molti casi una sua prevalenza sulle norme ordinarie dello Stato, perché regolano e presidiano il criterio di equa competizione. Detto questo, ci sono ricorsi “temerari” e ricorsi del tutto legittimi, ma questo non lo decide la Lega di B o le singole società. Esiste una giustizia sportiva indipendente”.

Quali responsabilità ha l’associazione?: “Accanto a quelle operative ci sono quelle strategiche. Innanzitutto lavorare alla difesa dell’autonomia della Lega e alla tutela delle sue caratteristiche di fondo: Italia dei comuni; laboratorio di nuove proposte per la massima serie; fucina di giovani talenti italiani. Quindi, sviluppare ancora di più la propria capacità di generare ricavi. Oggi la Lega di B genera in autonomia già circa il 55% dei propri ricavi complessivi… E ancora, promuovere una riforma dei campionati più moderna e capace di rilanciare il valore del calcio nazionale”.

La sua prima valutazione sul prossimo campionato?: “E noto a tutti che la serie B italiana è un campionato bellissimo, equilibrato e combattuto fino all’ultimo istante. Lo scorso anno ha battuto tutti i record di spettatori e incassi e ha lanciato nuovi progetti sportivi, come quello del Südtirol, e moltissimi giovani, alcuni dei quali hanno oggi guadagnato la prima serie nazionale. L’esperienza della stagione passata ci dice che non solo le retrocesse ma anche le neo-promosse dalla Lega Pro sono squadre competitive. Nella scorsa stagione Bari,Modena, Palermo e Südtirol hanno disputato un ottimo campionato, Südtirol e Bari sono arrivate in semifinale e la squadra pugliese si è fermata a pochi minuti dalla serie A. Inoltre, nel campionato di B non esiste una correlazione statistica tra i costi sostenuti e la posizione in classifica”.

Con quali prospettive si affaccia il Sudtirol?: “Abbiamo fatto esperienza, questo ci dà fiducia. Abbiamo una continuità del progetto sportivo che dovrebbe essere un punto di forza. Stiamo rinnovando la squadra, senza perdere identità e continuità. Però non ci dobbiamo illudere che la stagione passata sia facilmente replicabile negli stessi termini. Quello che inizierà il 19 agosto sarà un altro campionato. Si rimischiano e si ridanno le carte, quindi il nostro obiettivo strategico resta salvarci, per consolidare la nostra realtà nel campionato di B. Se saremo bravi a fare questo, nel tempo verrà anche il momento di poter alzare l’asticella delle ambizioni”.