Bari 2022-2023: l’identità della squadra di Mignani
Focus su Mignani
L’ascesa del Bari degli ultimi anni porta un solo nome: quello di Michele Mignani, tecnico arrivato solo nella passata stagione sulla panchina pugliese dopo 4 anni di Serie C alla guida di Siena e Modena. Nel 2021 i galletti avevano cambiato ben 3 allenatori, chiudendo l’annata Gaetano Auteri, ma soprattutto mancando la promozione nella serie cadetta. Per settimane, dunque, i tifosi locali hanno atteso notizie sul futuro della loro squadra del cuore, evidentemente decisa a ripartire con un nuovo mister. Mignani rappresentava inizialmente un’incognita, anche in virtù della scarsa esperienza rispetto al suo predecessore. L’idea di gioco, invece, era da subito piuttosto chiara: una manovra che parte dal basso, povera di lanci lunghi per approfittare della corsa dei terzini.
Anche se non ha mai tastato i campi dei più grandi palcoscenici, Mignani ha sempre dimostrato di voler essere un allenatore moderno. Per lui il rettangolo verde va sfruttato in tutta la sua ampiezza, anche quando gli attaccanti vengono serviti negli spazi stretti, in verticale come in orizzontale. In difesa è d’obbligo il pressing alto, in modo da riprendere il possesso della sfera ancora prima che gli avversari si introducano nell’altra metà campo. Va da sé, però, che per seguire così tanti e specifici dettami tattici occorrano interpreti all’altezza. Già solo l’impegno delle punte si rivela piuttosto importante, in quanto anche loro sono chiamati ad aggredire l’avversario in fase di non possesso, affinché l’aggressività rimanga costante.
Fedele alle proprie idee, Mignani è riuscito a riportare il Bari in Serie B al primo colpo, chiudendo poi al terzo posto il campionato di quest’anno e guadagnandosi così le semifinali dei playoff. Anche negli ultimi mesi i biancorossi hanno saputo incantare più volte i propri tifosi, come in occasione del match di Cagliari ad inizio stagione, quando i padroni di casa furono praticamente privati di tutte le loro armi tecniche di fronte a un Bari lucidissimo nel suo atteggiamento difensivo, ma nel contempo capace di spuntarla per 0-1.
D’altro canto, le squadre di Mignani si sono sempre contraddistinte per essere equilibrate nelle varie fasi. Una qualità che solo dopo un po’ di tempo il mister è riuscito a trasmettere anche alla compagine biancorossa. Ad ogni buon conto, a inizio campionato la formazione pugliese, secondo esperti e quadro dei pronostici sul calcio, era una delle squadre che sulla carta aveva più chance di arrivare fino in fondo, così come è effettivamente accaduto. Si tratta pur sempre di una delle piazze più focose del Sud Italia, che sin dall’arrivo della famiglia De Laurentiis ha creduto nelle possibilità di risalita.
Oggi la rosa del Bari non può vantare ancora elementi di spessore internazionale, ma i nomi interessanti non mancano. Su tutti spicca ovviamente Walid Cheddira, che ha vissuto una stagione esaltante anche grazie alle prestazioni del suo Marocco ai Mondiali in Qatar. Mirco Antenucci ha giocato per qualche annata in Serie A, ma il giocatore più curioso è sicuramente un altro: il giovane Sebastiano Esposito è arrivato a Bari nel mercato di gennaio e ha subito lasciato il segno. Prodotto dell’Inter, negli ultimi 3 anni il ragazzo ha vestito in prestito le maglie di SPAL, Venezia, Basilea e Anderlecht prima di approdare in Puglia. Insomma, le basi per un futuro roseo dei galletti non mancano.