15 Settembre 2023

Reggiana, Nesta: “Dobbiamo fare di più per cercare la prima vittoria”

Il tecnico granata è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Cremonese

Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images - Via One Football

La Reggiana vuole centrare la prima vittoria del suo campionato.

La Regia infatti, prima della sosta nazionali, ha racimolato 2 punti in 4 partite frutto di due pareggi e due sconfitte. Domani alle ore 16:15 al “Mapei Stadium-Città del Tricolore” arriverà una delle big del campionato, la Cremonese.

Il tecnico granata, Alessandro Nesta, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match con i grigiorossi. Ecco le sue parole, riprese da tuttoreggiana.com:

Bene. A Bologna abbiamo messo dentro qualcuno dei nuovi, così come nella seconda settimana anche se non tutti sono pronti e qualcuno è fermo. Ma piano piano arriveranno tutti e a noi la pausa è servita proprio per vedere i giocatori in alcune posizioni e renderci conto di come poterli utilizzare”.

Sugli infortunati. “Crnigoj e Melegoni non saranno convocati. Qualcuno dei nuovi sta meglio e giocherà titolare, altri saranno messi dentro in corsa”.

Sulla possibilità di avere tutta la rosa a disposizione. “Speriamo di avercelo questo problema: Crnigoj lo rivedremo tra un po’ di tempo, Melegoni anche mentre Antiste, Gondo e Szyminski sono pronti”.

Sulla possibilità di vedere Kabashi davanti alla difesa. “Per necessità è stato schierato lì. I cambi di categoria a volte danno indicazioni diverse: Pirlo, per esempio, era un trequartista poi è diventato uno tra i centrocampisti centrali più forti al mondo. La categoria ti obbliga a prendere certe scelte, posso però dire che siamo contenti di quello che sta facendo Kabashi e magari se gioca può anche stare un po’ più avanti. Vedremo”.

Su Cigarini ed il suo mancato utilizzo nel derby con il Parma. “So bene quello che pensa, è un giocatore molto competitivo. Quando ho fatto la formazione immaginavo come avrebbe reagito, quindi ho parlato subito con lui e la sua reazione è stata molto corretta. Giustamente era arrabbiato, ma tra noi c’è un grande rapporto”.

Sul rapporto con gli giocatori e sulla cessione di Montalto. “Ho due facce: posso essere cattivo ma anche compagno di squadra. Per me è un bene perché ad essere sempre uguali si diventa piatti. Alleno dei ragazzi eccezionali però ogni tanto devo cambiare faccia. Sì, l’ho presa io assieme al direttore. Adriano si è sempre comportato bene ma gli ho fatto capire che per il nostro tipo di calcio un giocatore con le sue caratteristiche avrebbe fatto fatica ad adattarsi. Se alla fine fosse rimasto si sarebbe comunque allenato e sarebbe tornato in lista”.

Sulle decisioni in merito alla formazione sul modo in cui la comunica alla squadra. “In base all’avversario e alle indicazioni che abbiamo: a volte la si pensa più offensiva, altre volte più difensiva. L’equilibrio non deve mancare. Sì, lo farò domattina per non dare indicazioni all’avversario e non rendere scontenti i ragazzi con troppo anticipo: voglio tenere tutti pronti se succede qualcosa nelle prossime ore. Ma io ho già le idee chiare”.

Sulla partita di domani. “Spererei di vincerle tutte ma non dico niente per scaramanzia. In Coppa Italia abbiamo fatto bene ma in campionato la vittoria ancora manca, dobbiamo fare di più per cercarla. La Serie B è una categoria importante, per vincere le partite bisogna spingere forte forte”.

Se la mancanza della vittoria potrebbe diventare un assillo. “Speriamo di no. Noi ci teniamo, abbiamo bisogno di una vittoria perché siamo arrivati alla quinta giornata e iniziamo a sentirne il peso poi speriamo di far passare una bella serata alla nostra gente”.

Sulla gara con il Parma.Ci ha fatto capire che alcune gare vanno giocate cosi: se c’è bisogno sappiamo stare bassi e difenderci bene ma dobbiamo anche sapere attaccare e difenderci alti”.

Sulla partita con il Palermo. “Noi fin qui abbiamo disputato 7-8 gare, sbagliando il primo tempo in alcune partite come contro il Pescara mentre quella con il Palermo è stata un’ottima partita ma servono attenzione e maturazione. La prestazione c’è, ora occorre fare un salto di qualità, anche di furbizia, nel saper giocare alcune partite”.

Sul reparto offensivo e sul modulo. “Sì, in settimana abbiamo lavorato proprio per migliorare l’aspetto offensivo. Sono arrivati giocatori nuovi nel reparto avanzato che ci danno maggiori possibilità, lavorando insieme ai compagni impareranno a conoscerne le caratteristiche. Quello dell’attaccante è un brutto mestiere, si gioca sempre contro difese che hanno dalla loro parte la superiorità numerica, bisogna quindi migliorare molto perché in alcune partite abbiamo tirato poco in porta. A Monza abbiamo giocato con i terzini stretti, il play e due centrali, a inizio stagione giocavamo a coppie, poi siamo passati tante volte a tre dietro alzando il terzino sinistro e a volte apriamo Portanova… Il calcio che dobbiamo fare ha un concetto determinato, poi ci muoviamo in base all’avversario. A volte si parte con una certa idea ma bisogna essere veloci a cambiare se le cose non vengono. Ogni giocatore ci dà un’indicazione precisa quindi bisogna provare a metterli nel massimo del comfort”.

Sugli attaccanti. “Tra Gondo e Pettinari uno fa più a sportellate e l’altro è più tecnico, Antiste sul lungo diventa un motorino mentre Lanini ha più tiro. Vergara è cresciuto tanto, anche come volume di corsa”.

Sulla Cremonese. “È una squadra che ha grandi ambizioni e ha messo dentro qualcuno nuovo alla fine come noi. Recuperano Okereke, Majer e Valeri quindi è una squadra forte che sta cercando la quadra come tutti noi però ha ambizioni molto alte. Anche loro hanno avuto qualche problema e mettono la palla lunga su Coda e Vazquez quando serve, sfruttando ripartenze e contropiede. Dovremo giocare la nostra partita e affrontarli con le nostre caratteristiche poi vediamo anche cosa faranno loro. Quello che ci lasciano dovremo sfruttarlo, noi abbiamo studiato bene l’avversario e abbiamo una nostra strategia. Poi bisogna essere pronti a saperci adattare in gara a tutto quello che può succedere”.

Sul pubblico. “Incide e deve incidere nella testa dei giocatori, perché alla fine noi facciamo intrattenimento. Da giovane ricordo che giocare allo stadio “Olimpico” davanti a 60-70mila persone le prime volte non era facile, ma alla fine il calore del pubblico come il nostro deve diventare un’arma a favore”.