SPAL, Oddo: “Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Mi piacerebbe restare, ma credo sia un’ipotesi remota”
Il pensiero del tecnico estense in conferenza stampa
Massimo Oddo, tecnico della SPAL, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia dell’ultima gara di campionato contro il Pisa. Di seguito le sue parole riportate dal sito ufficiale del club estense:
“Oggi non ha molto senso fare un’analisi, ho tanti pensieri e motivazioni ma sarebbe come trovare una scusa. Ognuno per il suo ruolo deve assumersi la propria responsabilità, questa è la cosa migliore da fare anche nei confronti della piazza, dei tifosi e della città. Oggi rappresento me stesso ed il mio staff e quello che posso fare è assumermi le mie responsabilità, perché sono molto rispettoso dei ruoli altrui e non mi sognerei mai di addossarle ad altri. Abbiamo dedicato tempo, passione e amore per raggiungere un obiettivo e, evidentemente, non siamo stati all’altezza. Ci si scusa quando non si dà il massimo e non è questo il caso, ma ci dispiace tanto per la piazza e per la tifoseria che non è mai mancata, una tifoseria meravigliosa. Qui si può fare del gran calcio e auguro a tutta la SPAL un futuro migliore di questo“.
“Andiamo ad affrontare l’ultima partita che è pericolosa perché mancano le motivazioni naturali. Domani sarà una scelta complicata e cercherò di mandare in campo la squadra migliore per rispetto della maglia, dei tifosi e di tutte le altre squadre del campionato. C’è bisogno di chiudere con dignità, anche per rispetto del Pisa che lotta per un obiettivo, e quindi dobbiamo fare il meglio possibile“.
“A Ferrara ho trovato una piazza pazzesca con grande passione, testimoniata dal fatto che anche domani ci saranno tifosi al seguito a Pisa. Mi piacerebbe restare, per me la categoria non è importante, sogno una partenza dall’inizio che è una cosa che mi manca da diversi anni: partire dall’inizio è importante non solo per gli aspetti tecnico tattici, ma anche per la costruzione di quella mentalità, un qualcosa che è mancato quest’anno. Questa squadra è stata costruita per vincere, per competere per altri obiettivi e si è trovata invischiata in una situazione difficile: in queste situazioni la mentalità e le regole sono fondamentali. Partendo in corsa ti devi adattare all’organico e fare scelte veloci. Quando sono arrivato ci ho messo due o tre settimane a capire certe cose perché c’erano tante difficoltà da affrontare, ma è un intervallo di tempo che si traduce in nove punti. In Italia si giudica tanto il risultato finale e meno quello che si è fatto durante il percorso, per questo penso che restare sia una possibilità remota, ma sono anche consapevole che quando le cose non vanno bene si debba fare tabula rasa e ripartire alla grande con un nuovo entusiasmo“.
“La vita di un allenatore è particolare, il tuo destino è fatto di scelte e dipende tanto dai giocatori perché la carriera è determinata dalle vittorie, ma chi va in campo poi è il giocatore. Le scelte fanno tutto e poi ci vuole sempre un po’ di fortuna: penso sempre che sono partito con il botto facendo una finale playoff che ho perso contro il Bologna del nostro Presidente, seguita dalla promozione l’anno dopo, ma ho imparato poco perché quando vinci è tutto bello, mentre cresci quando ci sono le sconfitte ed analizzi il tuo percorso e le tue colpe, non quelle degli altri anche se sicuramente ci sono, ma solo così fai un percorso migliorativo”.
“Lanciare un giovane e farlo crescere è sicuramente una soddisfazione, il nome di Contiliano me lo avevano fatto Grieco e Catellani ed avevano ragione. L’ho buttato nella mischia in una situazione non facile, ma ha mostrato grande personalità e penso che potrebbe essere il simbolo della ripartenza: è un ragazzo che ha testa, fame e che, dopo essere arrivato in punta di piedi, si è sempre messo a disposizione allenandosi alla grande come tutti i suoi compagni, e questo è sintomo di grande intelligenza. Posso garantire che non si monterà la testa e domani non ci sarà perché è giusto che vada ad aiutare i suoi compagni della Primavera e quindi auguro il meglio a lui e alla SPAL“.
“Quando ho accettato la proposta della SPAL, l’ho fatto convinto di poter fare un grande lavoro e di raggiungere la salvezza. In passato ho anche rifiutato altre squadre, è ovvio che quando subentri lo fai perché c’è qualche problema, questo è evidente ma non pensavo fossero così tanti. C’è stata anche un po’ di sfortuna e quanto dico non vuole essere una giustificazione, ma abbiamo perso da subito un giocatore importante come Valzania e meno male che poi abbiamo trovato Contiliano, che ha caratteristiche simili. Inoltre, in momenti delicati come la partita di Cosenza abbiamo dovuto fare a meno di Nainggolan e Prati, ma resta in me la città, un pubblico straordinario, la passione di questa gente e il gozzo in gola di una società che poco tempo era in Serie A ed ora si ritrova in Serie C”.