Parma, Krause: “Stadio come business che aiuta i club, in Italia strutture non competitive”
PARMA KRAUSE STADIO – Il Corriere della Sera ha dedicato una lunga intervista a Kyle Krause, proprietario americano del Parma. L’intervista comprende soprattutto il desiderio di Krause di rinnovare lo stadio Tardini, concentrandosi sulla necessità di nuove infrastrutture in Italia, mentre il governo rema contro questo step evolutivo. Ecco le parole del quinto presidente americano […]
PARMA KRAUSE STADIO – Il Corriere della Sera ha dedicato una lunga intervista a Kyle Krause, proprietario americano del Parma. L’intervista comprende soprattutto il desiderio di Krause di rinnovare lo stadio Tardini, concentrandosi sulla necessità di nuove infrastrutture in Italia, mentre il governo rema contro questo step evolutivo.
Ecco le parole del quinto presidente americano sbarcato in Italia:
«Credo sia un problema che va al di là del Parma. Il calcio italiano ha bisogno di infrastrutture nuove e molti proprietari vogliono spendere soldi per gli stadi: perché questi progetti non possono essere completati? Sono frustrato. Dobbiamo dare un ambiente del ventunesimo secolo ai nostri fan, per godersi il calcio.»
«C’è stato un cambiamento nelle leggi nazionali per accelerare, si presume, il processo di approvazione dello stadio. Tuttavia c’è ancora troppa burocrazia sui progetti degli stadi e le nuove procedure non vengono seguite. Speriamo di mettere presto in moto il processo per costruire l’impianto che i parmigiani meritano.»
«Vogliamo dare a Parma e all’Emilia qualcosa che sia aperto al pubblico e fruibile anche quando la squadra non è in campo. Io e la mia famiglia abbiamo trascorso molto tempo negli stadi di calcio e abbiamo a cuore i ricordi legati a questo sport. Stiamo creando un luogo per i tifosi di oggi e del futuro, per continuare una tradizione forte.»
«Stiamo cercando di capire il modo italiano di affrontare questo processo, con l’obiettivo di rendere il Parma più competitivo. Lo stadio e gli immobili attorno ad esso sono un business che aiuta il club. E sono anche un bene per la comunità.»
«Penso che sia nella natura umana trovare conforto nelle cose che ci sono familiari. Gli italiani apprezzano la storia delle loro città e delle loro squadre e questo include gli stadi in cui giocano. Forse finché non avremo visto qualcosa di diverso, non sappiamo cosa ci stiamo perdendo. Il calcio è uno sport mondiale. Dobbiamo competere a livello mondiale e gli stadi in Italia non sono competitivi.»
Sulle nuove proprietà americane: «Abbiamo investito nei club italiani perché amiamo il calcio italiano e abbiamo visto un’opportunità. Ma questa non è solo una decisione economica o commerciale per me. Voglio portare beneficio alla comunità attorno alla squadra e costruire un programma di sviluppo a beneficio del calcio nel suo insieme, non solo del Parma Calcio. Sulla questione degli stadi stiamo vedendo problemi a Milano, a Firenze, a Roma. Ci sono leggi che dicono che le decisioni dovrebbero essere prese in un certo periodo di tempo: è difficile pianificare se tali scadenze normative non vengono rispettate.»
«La situazione attuale non è ideale, ma il mio impegno è a lungo termine. Abbiamo dovuto fare molti cambiamenti dal lato sportivo da quando ho acquistato il club quindici mesi fa. E con il cambiamento di tante componenti, i nuovi progetti hanno bisogno di tempo per essere realizzati. Ma non troppo tempo.»
«Gigi Buffon è un modello per tutti noi. È un leader nello spogliatoio ma anche un mentore per la crescita dei giovani giocatori della nostra squadra. È un portiere, un leader e un uomo fantastico. È anche molto legato ai nostri tifosi e comprende l’importanza di coinvolgerli in ciò che stiamo cercando di fare. Capisce cosa stiamo costruendo a Parma. La sua passione si può vedere ogni giorno. Penso che ogni club del mondo vorrà Gigi. Ha una grande personalità, è un vero professionista e ha un’esperienza davvero preziosa. È una grande risorsa per noi in questo momento e può contribuire ancora di più in futuro.»