Pazienza sul Bari: “Achik è potente, ha resistenza, velocità e facilità di calcio. Disordinato tatticamente”
L'analisi del pupillo
L’ex allenatore dell’Audace Cerignola Michele Pazienza è stato intervistato su Pianetabari.com per commentare l’arrivo di Achik.
Ecco le sue parole:
“Achik è un calciatore che si esprime al meglio negli spazi, dove è un calciatore potente, ha resistenza e velocità di altissimo livello e una facilità di calcio che si trova difficilmente sia nei calci da fermo che quando la palla è in movimento. Tatticamente è un po’ disordinato: si esprime al meglio con poche disposizioni tattiche, quando gli si dà libertà sul fronte offensivo. Tatticamente ha poca attenzione, ma questo può diventare un punto di forza. Con gli spazi giusti può essere devastante anche in B.
Quando l’abbiamo preso nel 2020, volevo utilizzare Achik come trequartista o seconda punta nel 3-4-2-1. Pensavo di utilizzarlo per attaccare la profondità e rifinire, ma mi sono reso conto che non aveva le capacità tattiche per legare il gioco in quel modulo: lo feci lavorare negli spazi. Nello stesso anno, siamo passati al 4-2-3-1, dove l’ho utilizzato ala destra, ma anche in alcune situazioni da sottopunta.
Nel secondo anno, lo utilizzavo ala destra del 4-3-3, nel quale avevo lui largo da un lato per attaccare la profondità e sulla sinistra un calciatore che venisse tra le linee. Al terzo anno, quello in Serie C, siamo partiti con un 4-3-3 in cui Achik giocava alto a destra, ma poi abbiamo trovato equilibrio in un 3-5-2 in cui lui giocava largo a destra.
Chiaramente perdevamo qualcosa in fase di non possesso: lui ripiega bene, ma in quel ruolo difensivamente andava un po’ in difficoltà perché aveva caratteristiche prettamente offensive. Sapevo però che usandolo come quinto a destra guadagnavo tanto in fase offensiva, soprattutto nelle ripartenze, ma cercavo di sopperire con la mezzala e il terzo di parte. A volte, nel 3-5-2, Achik ha fatto anche la seconda punta.
Dal punto di vista dell’applicazione Achik è cresciuto molto in questi tre anni. Inizialmente non era molto disposto al suo lavoro in maniera professionale. Con lavoro quotidiano e buona volontà l’abbiamo indirizzato verso il professionismo. C’è ancora da lavorare sotto l’aspetto dell’atteggiamento e soprattutto dell’attenzione: deve essere più applicato durante gli allenamenti e la gara. Nei tempi morti deve mantenere la concentrazione.
Ho potuto vedere dal vivo le partite contro Parma e Palermo. Contro i ducali il Bari non mi è piaciuto per niente: aveva perso rispetto alla stagione precedente tanta fisicità con gli addii di Folorunsho e Cheddira. Non mi è piaciuta nemmeno la disposizione in campo. Sembrava non si riconoscessero, anche nei meccanismi, perché erano schierati con una sorta di 4-4-2 o 4-2-4.
Mi è invece piaciuto molto contro il Palermo, dove hanno usato il loro 4-3-1-2 classico ed i meccanismi già sincronizzati di punte e trequarti. Peccato si sia fatto male Diaw, perché la partita avrebbe potuto prendere una piega diversa. Il Bari era arrivato già diverse volte di fronte al portiere in maniera pericolosa. Poi l’espulsione di Maita ha cambiato la partita, ma complessivamente ho rivisto il solito Bari, quello della passata stagione. Maita dava consistenza e Sibilli svariava molto sulla trequarti.”