ESCLUSIVA PSB – Pergolizzi: “Felici ha grandi potenzialità e può arrivare in Serie A. Su Degli Innocenti e Fontanarosa…”
L'intervista completa
L’attuale allenatore del Campobasso, club di Serie D, Rosario Pergolizzi, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di alcuni giocatori, che ha allenato in passato e che ora militano in Serie B. Di seguito l’intervista completa:
Nella stagione 2019/2020, lei ha allenato Mattia Felici al Palermo in Serie D. L’attuale giocatore della Feralpisalò ha segnato 4 gol e fornito 3 assist in 25 presenze in quell’annata e ha contribuito alla promozione in Serie C. Ci racconta qualche anedotto su di lui?
“La gente gli voleva tanto bene. Mi ricordo una partita in cui l’ho sostituito perché non stava facendo molto bene. Lui ci è rimasto male perché l’ho cambiato, ma il cambio è stato pensato anche per motivarlo e cercare di farlo rendere di più. A parte quella partita lui ha sempre fatto la differenza e quella sostituzione gli è servita anche per la crescita. Lui era età Under, ma sembrava Over. Un allenatore cerca di motivare i giocatori e utilizza delle strategie, questa è stata per riassettarlo e farlo reagire. In quell’annata tutti i giovani hanno contribuito tantissimo alla vittoria del campionato e hanno fatto veramente tanto bene”.
Mattia Felici ha iniziato la stagione giocando da ala offensiva con Stefano Vecchi, mentre con Zaffaroni è stato collocato da esterno del 3-5-2. Con lei a Palermo la situazione è stata analoga, prima ha fatto l’attaccante e poi è stato spostato sulla fascia nella linea di centrocampo. Questa duttilità è uno dei suoi punti di forza? Quali sono le sue caratteristiche?
“Mattia è un giocatore molto duttile. Abbina la tecnica alla resistenza organica. Soprattutto è un ragazzo che ha gamba e che è bravo nell’uno contro uno. Forse eccelle più nella velocità sotto l’aspetto lineare che nel puntare l’uomo, ma sa fare bene anche questo. Va bene anche in profondità. Io a Palermo facevo un 4-3-3, ma era un po’ mascherato, perché lui si abbassava e faceva quasi il quinto di centrocampo in certe situazioni. Devo solo fargli i complimenti, è un giocatore che si sacrifica. Il problema di Mattia sono gli infortuni, lui ha grandi potenzialità e credo che meriti di essere tornato in Serie B. Probabilmente avrà anche l’occasione di andare in Serie A perché è bravo”.
Duccio Degli Innocenti è sicuramente uno dei giocatori del Lecco che si è messo più in luce in questa stagione, Alessandro Fontanarosa si sta facendo ben notare al Cosenza. Quali ricordi ha di loro nella formazione Under17 dell’Empoli?
L’EMPOLI UNDER17 – “Quella era una squadra di 2002 e 2003, quest’ultimi li ho portati io in Under17 a giocare con coloro che avevano un anno in più. Quella rosa era piena di giocatori importanti e di qualità, nonostante la giovane età, e tanti giocatori ora stanno facendo la fortuna in Serie A e Serie B, oltre a Degli Innocenti e Fontanarosa c’erano anche Baldanzi, Viti, Asllani(2002). Erano tutti giocatori con qualità e professionalità, tutti volevano arrivare in alto e avevano la predisposizione nel fare il calciatore, e questo facilità l’allenatore nel fare delle scelte”.
DEGLI INNOCENTI – “Duccio Degli Innocenti è un giocatore che ha carattere e che tecnicamente è bravo. Io cerco di dividere i centrocampisti in boscaiolo, artista e matematico. Lui è un matematico, ovvero uno che sa giocare a calcio e che detta i tempi alla squadra. Oltre ad avere qualità, ha quantità”.
FONTANAROSA – “Alessandro Fontanarosa è invece quel tipico difensore centrale arcigno, come un po’ Marco Materazzi. Ha un gran piede tra l’altro. Ha iniziato da terzino sinistro, è diventato braccetto ed ora sta giocando a quattro, quindi è molto duttile in difesa”.
Anche Erdis Kraja, ora all’Ascoli, ha giocato nel suo Palermo ed è stato determinante in ottica promozione, realizzando 3 gol e 2 assist in 21 gare. Che giocatore è? Cosa ci dice su di lui?
KRAJA – “Kraja è rimasto libero dall’Atalanta in estate ed è arrivato da noi. È stata una sorpresa importante. È un giocatore carismatico che abbina grinta e forza fisica e intelligenza tattica alla qualità tecnica. Si vedeva che aveva qualcosa e dovevamo tirarla fuori. La piazza di Palermo gli ha dato quella forza che gli ha permesso di fare il salto di qualità. Si è trovato in un ambiente importante e con un gruppo importante, questi fattori lo hanno aiutato. Aveva già delle basi e le ha ampliate”.
I GIOVANI – “Un allenatore, come me, che viene dal settore giovanile, sa che con i giovani bisogna lavorarci. Non si può pretendere di trovarli già pronti e subito arruolabili. Deve essere bravo a dargli quel qualcosa che gli manca e deve lavorare bene dentro e fuori dal campo. Servono delle regole da dare a loro e soprattutto serve stimolarli per farli migliorare tecnicamente e/o caratterialmente, in base al giocatore. Credo che partendo dal settore giovanile c’è molto equilibrio tra di loro e se si lavora bene si può tirare fuori qualcosa di importante. Questi ragazzi hanno bisogno di un bravo allenatore e di un bel gruppo per crescere”.
Rosario Pergolizzi ha allenato club di Serie C, Serie D ed Eccellenza, ma anche formazioni giovanili. Alcuni hanno fatto molta gavetta prima di arrivare in Serie A e Serie B, mentre altri hanno fatto il salto dalla Primavera alla Prima Squadra. C’è qualche differenza nel lavoro svolto sui giovani in base alla categoria? I due percorsi sono diversi?
IL PERCORSO – “Io credo che tutte le categorie devono avere la caratteristica che chi li allena e chi fa società deve ragionare da professionisti. Se gli si da una mentalità grande e li si fa sentire importanti non c’è una differenza tra dilettanti e professionisti. Quando si parla di giovani, il tecnico deve lavorare non per mettere in evidenza il suo lavoro, ma per cercare di far esprimere il potenziale dei propri ragazzi. È il lavoro di questi che fa diventare importante l’allenatore e tramite i giocatori viene gratificato”.
IL LAVORO – “Non c’è una differenza sostanziale, solo un modo di pensare. Credo nel lavoro, la valorizzazione del singolo e la conseguente crescita del gruppo fa arrivare ai risultati. Le esperienze servono tutte: fanno crescere e maturare. I giovani non possono avere i frutti subito, bisogna lavorare e seminare. Senza semina non si raccoglie niente. Tramite il proprio lavoro quotidiano si arriva ai risultati”.
Oltre ai giocatori sopracitati in Serie B, lei ha anche allenato alcuni calciatori che or sono in Serie A, come Lorenzo Lucca dell’Udinese, Kristjan Asllani dell’Inter e Tommaso Baldanzi dell’Empoli, Viti del Sassuolo. Quali emozioni prova a vederli giocare in questi campionati?
LA SODDISFAZIONE – “È questo che gratifica un’allenatore, è una sensazione incredibile. Da quando ho iniziato tanti giocatori sono arrivati in Serie A e Serie B, oltre a questi attuali. Infatti sono partiti da sotto per arrivare nei massimi campionati anche Sirigu, Terranova, Mbakogu, Laribi, Curiale ed Hernandez. Per un allenatore è una soddisfazione nel senso che fa credere ancora di più nel lavoro svolto e lo spinge a poter dare sempre di più”.
IL FUTURO DEI RAGAZZI – “Ai ragazzi è stato dato un di più, perché è un sogno calcare campi di Serie A e Serie B, ma è anche un lavoro. La soddisfazione è dunque di aver dato loro anche una professione, un futuro e una famiglia. Questo è gratificante per un allenatore. Sono stati bravi loro a far diventare il sogno in realtà ed è stato bravo l’allenatore a dargli qualcosa per la loro crescita”.
Con il Parma sempre più lanciato verso la Serie A, rimane un posto per la promozione diretta. Chi può arrivarci? Chi sono invece le favorite ai playoff?
“Da palermitano ed ex allenatore del Palermo, spero che i rosanero possano arrivare in Serie A. Le potenzialità ce le ha tutte come squadra, tifo, società e forza in tutto. Poi se ci arriva come seconda, difficile, o dai playoff non so, ma mi piacerebbe ritornasse nel massimo campionato italiano. Credo che il Venezia e la Cremonese siano altre due squadre che possano salire e competere per il secondo posto, il Parma è invece la squadra che sta dando più continuità. Le altre invece mi sembra che non abbiano la continuità che hanno i Ducali. Il Como è un punto interrogativo, come organico ha grandi potenzialità per fare molto bene i playoff, non se può riuscire a raggiungere la promozione diretta. Anche il Catanzaro gioca un bel calcio e può giocarsi i playoff per vincere”.
La lotta per la salvezza è serrata e coinvolge molte squadre. L’Ascoli, sua ex squadra, può raggiungere il proprio obiettivo e giocare in Serie B anche il prossimo anno?
“Mi piacerebbe che l’Ascoli si salvasse. È una squadra a cui sono tanto legato e che ha una bella storia. La gente vive di calcio, i tifosi sono tanti ogni domenica e mi auguro che possa restare in Serie B. In questo momento ci sono delle difficoltà e le altre dirette avversarie sono tutte in lotta e può succedere di tutto. Purtroppo il Lecco mi sembra la squadra messa peggio e con poche speranze”.