Pescara, Brunori: “Ad Ascoli vittoria di carattere. Il goal non è un’ossessione”
PESCARA BRUNORI – Matteo Brunori, attaccante del Pescara, ha parlato ai microfoni de “Il Centro” dei suoi primi mesi in biancazzurro: il goal ancora non è arrivato ma nessuna fretta per l’ex Arezzo, cosciente del fatto che il gruppo ed i risultati collettivi prevalgano su quelli individuali. Questo un estratto delle sue dichiarazioni: «Vittoria di […]
PESCARA BRUNORI – Matteo Brunori, attaccante del Pescara, ha parlato ai microfoni de “Il Centro” dei suoi primi mesi in biancazzurro: il goal ancora non è arrivato ma nessuna fretta per l’ex Arezzo, cosciente del fatto che il gruppo ed i risultati collettivi prevalgano su quelli individuali. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:
«Vittoria di Ascoli? Serviva una scossa e l’abbiamo trovata con una vittoria storica su un campo difficile. Abbiamo dato un segnale forte che porta entusiasmo nello spogliatoio. Sapevamo che sarebbe stata una gara insidiosa per l’ambiente che avremmo trovato e siamo andati lì con la testa giusta. Abbiamo fatto una grande partita. siamo stati bravi nell’interpretazione della gara. Abbiamo lottato su ogni pallone. Ora dobbiamo dare continuità e sfruttare al massimo le due partite consecutive in casa con Spezia e Benevento. Con questo sistema di gioco, se restiamo compatti, siamo più coperti dietro e possiamo far male nelle ripartenze».
«Io e il mister abbiamo parlato molto della mia collocazione tattica. All’inizio, con le mie caratteristiche, potevo fare anche l’esterno ma in quel ruolo non sono riuscito a dare il 100%. Così, il mister mi ha rimesso davanti dove ho giocato anche lo scorso anno ad Arezzo, sia da prima che da seconda punta. In Toscana, quando ho segnato 17 gol, giocavamo con due attaccanti e io facevo la prima punta. Spero di sbloccarmi subito (sorride, ndr). Il gol non è un’ossessione, magari arriverà nel momento in cui non ci penso».
«Eredità di Mancuso? È normale che la città si ricordi di un giocatore che ha fatto bene e che sta dimostrando di essere tra i più forti della serie B. Dobbiamo essere bravi io e gli altri attaccanti a non farlo rimpiangere. Ci vuole pazienza nell’ambientarsi, è normale. Per me Pescara è una realtà nuova. Ma il lavoro alla fine paga sempre e i risultati arriveranno».
«Differenze tra B e C? A livello fisico poco, anzi forse in C i difensori sono anche più rognosi. Le differenze si vedono sul modo di stare in campo, sui movimenti e sulla velocità di pensiero».
«Dopo la retrocessione con la Pro Patria, non c’erano opportunità per restare in C. Sono stato sfortunato nelle scelte. Alla Reggiana ho giocato poco, alla Pro Patria ho trovato una situazione difficile. Mi sono bruciato, così sono ripartito dal basso. Ho pensato di smettere. Per 4-5 mesi ho lavorato nell’agriturismo di famiglia. Dentro di me, però, non volevo lasciare il calcio. In Eccellenza, se le cose andavano bene, c’erano 50 persone al campo a vederti. Mi è scattata dentro la voglia di risalire e la forza di riprovare a fare qualcosa di importante. Un po’ alla volta ce l’ho fatta. Per fortuna a Villabiagio, in D, ho fatto bene (23 gol, ndr) e anche l’anno dopo ad Arezzo mi sono espresso al meglio in un ambiente che mi ha voluto bene»
«Il campo dice che tutte le partite sono difficili perché tutte le squadre sono organizzate e, se non le prepari bene, rischi di fare figuracce. È presto per stabilire obiettivi. Dentro di noi dobbiamo partire dalla salvezza, poi è ovvio che tutti abbiamo ambizioni importanti. Conosco la storia del Pescara e quindi è normale che la gente voglia vedere una squadra che lotti per qualcosa di importante».
«Favorita? Il Crotone sotto l’aspetto del gioco è quella che mi ha impressionato di più».