Pescara, Galano: “Non sarà semplice riprendere, la preparazione è da rifare. Machin? Ci capivamo a meraviglia”
GALANO PESCARA – Cristian Galano, ala del Pescara, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole: «La mia famiglia è a Foggia, la sento ogni giorno e sono preoccupato. Parlando di calcio, spero che il Foggia possa tornare in C, come spesso possa tornare in B il Bari, la mia seconda casa, […]
GALANO PESCARA – Cristian Galano, ala del Pescara, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole:
«La mia famiglia è a Foggia, la sento ogni giorno e sono preoccupato. Parlando di calcio, spero che il Foggia possa tornare in C, come spesso possa tornare in B il Bari, la mia seconda casa, di cui ho ricordi meravigliosi. Routine? Cerco di passare il tempo allenandomi in casa con il programma che ci hanno dato i preparatori: fortunatamente in casa con me (a Montesilvano, ndr) c’è la mia ragazza Giorgia. Esco soltanto per portare a spasso il cane: la voglia di fare una passeggiata sul lungomare e anche di un bagno c’è, ma adesso non si può. Anche Legrottaglie in videochiamata? Abbiamo tre allenamenti settimanali di forza in videochiamata e ovviamente c’è anche il mister, che è il primo a stimolarci. Al lavoro di gruppo aggiungo quello individuale in garage, ma il campo è un’altra cosa. Io sono una persona di fede ma il mister lo è di più. Ho conosciuto una persona preparata e molto intelligente: non sembra uno alle prime armi, anzi, l’esperienza da calciatore gli è servita per proporci tanti concetti interessanti. Sulle mascherine nella gara col Benevento. In tanti ci presero in giro, la gente non aveva capito: invece guardate in un mese che casino è successo. C’è una grandissima voglia di rivivere la nostra vita, ma tutto dovrà essere fatto in massima sicurezza. Ripresa? Non sarà semplice, visto che andrà fatta di nuovo la preparazione, ma giocare d’estate non sarà un problema. E io posso fare ancora meglio. Record personale? Onestamente quello di due anni fa col Bari è un record alla portata, se calcoliamo che due rigori li ho sbagliati e altri li hanno calciati i miei compagni. Sarei potuto essere già a 18-19… Cosa non ha funzionato al Foggia? Tante cose, a livello tattico e societario,ma non ne voglio più parlare. A 29 anni è tardi per arrivare in Serie A? No, quello è il mio grande sogno e combatterò fino all’ultimo giorno per realizzarlo. Penso di avere ancora 2-3 anni per poter puntare al massimo livello. Lo stadio dei sogni? Essendo simpatizzante della Juventus, dico lo Stadium. Il campionato di B è strano. Bastano due partite per essere in paradiso o all’inferno. Ricordo la stagione a Bari in cui eravamo terzultimi a marzo e arrivammo in semifinale playoff, o quella di Foggia dove con una squadra forte siamo retrocessi. Dico che quando si riprenderà dovremo pensare prima di tutto alla salvezza. La chiave sarà recuperare tutti gli infortunati. Machin? Ci capivamo a meraviglia, ma le logiche del mercato sono queste. Paragone con Robben? Forse ricordo lui per i pochi capelli e per le movenze, ma non c’è paragone. Lui è stato un fenomeno, io provo a difendermi».