Pescara, Sebastiani: “É stata fatta poca chiarezza sulla possibile ripresa”
Daniele Sebastiani, presidente del Pescara ha parlato a Stadio Aperto trasmissione in onda su TMW Radio, partendo da una considerazione sul protocollo della FIGC per la ripartenza del calcio. Queste le sue parole: “Dal punto di vista medico il protocollo è giustissimo, quarantena e distanziamento sono l’unico modo per evitare contagi, ma è di difficile […]
Daniele Sebastiani, presidente del Pescara ha parlato a Stadio Aperto trasmissione in onda su TMW Radio, partendo da una considerazione sul protocollo della FIGC per la ripartenza del calcio. Queste le sue parole: “Dal punto di vista medico il protocollo è giustissimo, quarantena e distanziamento sono l’unico modo per evitare contagi, ma è di difficile applicazione. Noi della Serie B dobbiamo organizzarci. nessuna società credo abbia un centro sportivo con stanze interne e bisogna trovare alberghi nelle vicinanze adibiti solo ad ospitare tesserati e staff. Ci adegueremo, ma dovremo capire se si possono allungare contratti e prestiti. Questo è il vero problema. Il Pescara è tra le poche realtà a potersi permettere una struttura vicina al centro sportivo. Giocare a porte chiuse? Non ci piace, ma in questo momento è il minimo. Il problema più grosso è il contagio che continua ad esserci, spesso anche di ritorno e ad oggi non si sa se abbia lasciato danni sui ragazzi colpiti. Se vogliamo ricominciare a tutti i costi non dobbiamo darci una data. Sento sempre parlare di cause e tribunali pieni, ma siamo in emergenza e la forza maggiore dovrebbe impedirci di dirci stronzate. Qualcuno avrà un vantaggio, qualcun altro sarà danneggiato, non c’è nessuno che non voglia ripartire, per una serie di motivazioni. Se poi non ci si riuscisse e al primo posto viene la salute, qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di decidere, e noi dobbiamo accettare. Taglio stipendi? Per me è ancora presto parlarne, tra qualche giorno, quando ci sarà più chiarezza parleremo con i giocatori per trovare una soluzione. Se il Pescara non avrà grossi danni, meglio, altrimenti meglio che tutti facciano un passo indietro: meglio uscirne feriti che morti. Come sto vivendo questa situazione? Da imprenditore sono molto preoccupato. Io non ho avuto la squadra in eredità ma grazie alle aziende di famiglia, che ad oggi stanno soffrendo. Se bisognerà fare uno sforzo questo andrà all’azienda principale che dà da mangiare a molte persone, che non hanno la fortuna di ricevere gli stipendi dei calciatori. Tanti presidenti stanno pensando così.”