7 Settembre 2024

Sassuolo, ecco Pierini: “Qui per portare il club in Serie A. Ho fatto una scelta di cuore”

Le dichiarazioni del nuovo arrivato

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Arrivato dal Venezia a poche dal termine del mercato, per Nicholas Pierini si tratta di una seconda esperienza con la maglia del Sassuolo. Queste le parole del nuovo 77 neroverde pronunciate per i canali ufficiali del club:

Il mio secondo arrivo a Sassuolo è stato del tutto inaspettato perché io ero in ritiro col Venezia perchè dovevamo giocare alle 18:30 contro il Torino. Ero in ritiro alle 16 quando mister Di Francesco aveva ricevuto la notizia.

Ho fatto una scelta di cuore perché io sono cresciuto, ho fatto tanti anni bellissimi e qua mi sento a casa. Ovviamente anche per il direttore che ha un occhio di riguardo. Sono venuto molto volentieri ed entusiasta di fare un gran campionato.

Con Francesco Palmieri io ho sempre avuto un rapporto speciale perché mi ha portato con lui da quando arrivai dalla Spagna al Parma, poi col fallimento arrivai qui a Sassuolo con lui e mi ha aiutato tanto nel mio percorso di crescita. Gli sono riconoscente, è stato uno dei fattori per il quale io sono tornato.

Con Francesco Palmieri io ho sempre avuto un rapporto speciale perché mi ha portato con lui da quando arrivai dalla Spagna al Parma, poi col fallimento arrivai qui a Sassuolo con lui e mi ha aiutato tanto nel mio percorso di crescita. Gli sono riconoscente, è stato uno dei fattori per il quale io sono tornato.

“Io ho iniziato a giocare in Spagna perché mio papà giocava lì, prima al Racing Santander e poi al Cordoba. Son cresciuto come ragazzino fino ai 14 anni, già là in capisci che è un calcio diverso perché già quando hai 9/10 anni iniziano a farti muovere la palla con questo tiki taka ci hanno insegnato, come ci hanno poi fatto vedere anche all’Europeo.

“Sassuolo l’ho trovato come sempre. Il centro sportivo è meraviglioso e con infrastrutture incredibili, da Serie A anche, anzi, forse anche da Champions League. Questo è anche un aiuto fondamentale per noi giocatori per il discorso del recupero e di migliorarsi per avere costanza anche nel lavoro.

Il ricordo della primavera qua a Sassuolo è meraviglioso. Sono stati degli anni fantastici a livello individuale ma soprattutto come squadra perché eravamo molto uniti molto, amici. Questo è stato anche un po’ il segreto di tutte le nostre partite vinte, soddisfazioni tolte. La gente veniva tutta dal Parma, ci aveva portato Palmieri, bene o male ci conoscevamo già tutti e poi vivendo insieme in convitto si era creato un gruppo forte. La prima vittoria al Viareggio è stata qualcosa di storico perché era la prima volta ed era complicato: c’erano squadre molto forti, giocatori che ad oggi sono in Serie A o in Serie B. C’erano squadre toste, anche noi eravamo altrettanto forti e l’abbiamo dimostrato. Ai tempi è stato bellissimo.

Il mio esordio in Serie A è stato bellissimo ma allo stesso tempo un po’ amaro perché è stato contro il Napoli di Sarri, c’erano Mertens, Insigne, quella gente lì. Loro erano fortissimi e io ero inesperto, avrò avuto 18/19 anni, avevo il cuore in gola e non respiravo. È stato bello anche per lo stadio, così storico come poteva ai tempi essere il San Paolo, che adesso è il Maradona.

Il periodo dei prestiti è stato un periodo di esperienza, di maturazione; allo stesso tempo mi dispiaceva perché la società mi conosceva quindi avrei voluto un po’ più di spazio però non è stato così, ma a volte nel calcio succede. A Cesena ho ritrovato mister Viali che mi ha dato tanta fiducia perché alla fine era quello di cui avevo bisogno. Erano stati anni veramente complicati per me, avevo perso la fiducia in me stesso e avevo fatto un salto indietro di categoria perché lo ero sempre stato tra la A e la B e per un giocatore scendere in C può non piacere, ma a volte è meglio fare due passi indietro per poi farne uno grosso in avanti e per un giocatore fondamentale avere fiducia dell’allenatore, avere la spensieratezza di poter esprimere le sue qualità. E così è stato.

“A Venezia è stata un’esperienza fantastica perché arrivavo dalla Serie C, ero finalmente tornato in Serie B in una squadra che era appena scesa dalla A. Era un salto importante, ero tornato in categoria e per un in una squadra comunque dI livello,  poi con il secondo anno è stato diciamo il proseguo della stagione precedente perché era rimasto il mister, siamo rimasti quasi tutti noi giocatori e questo ci ha portato, con la costanza, il duro lavoro e sacrificio, a fare qualcosa di importante.

Mi sacrifico per la squadra, magari faccio la corsa in più per il compagno, poi lasciamo stare le qualità individuali perchè ognuno ha le proprie. Mi metto a disposizione della squadra, del mio compagno, dell’allenatore, mi alleno a mille. Rispetto a quando ero qua che avevo 18/19 anni, forse anche 17, si cresce si, si matura. Con l’esperienza degli anni, di diversi allenatori, diversi tipi di gioco, diversi tipi di pensieri sono maturato in tante cose come uomo, come persona e come giocatore. Avendo vinto un campionato l’anno scorso  so bene come funziona, so cosa ci vuole e sono qua appunto per dare una mano alla squadra per con questa piccola esperienza per fare un buon campionato.

Per vincere il campionato di serie B secondo me serve tanta compattezza, serve un gruppo unito. È questo secondo me che grande differenza che fa in Serie B.

Berardi è l’unico che è rimasto dal 2017. Con Domenico ho sempre avuto un rapporto tranquillo, è un ragazzo spettacolare, un ragazzo solare. Mi è dispiaciuto per l’infortunio, che ho visto tra l’altro in diretta mentre stavo guardando la partita, e mi è spiaciuto veramente tanto. Adesso spero che gli manchi ancora poco tempo per recuperare e che ci venga a dare una grossa mano perché è un giocatore fortissimo.

Mister Grosso mi ha accolto a braccia aperte, mi ha mi ha salutato. Visto che sono arrivato il giorno della partita ha spiegato che se ci fosse stato bisogno mi avrebbe portato in panchina e forse mettermi dentro e così è stato. Io ho cercato di dare il massimo anche perché arrivavo da un trasloco, da un viaggio per cui ho dormito poco e arrivavo un po’ scombussolato, ma sono entrato con voglia, determinazione per cercare di dare una mano alla squadra.

Un obiettivo concreto è quello di riportare il Sassuolo in A, se non sarei qua.  Un mio sogno, come magari può essere per tanti altri ragazzi a giocare si arriva ad alti livelli in Serie A, o anche in altri campionati come, per esempio, la Spagna e giocare in Champions League“.

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