Pisa, Corrado: “Il calcio non è solo uno sport ma un’importante attività produttiva”
CORRADO PISA – Corrado, presidente del Pisa, ha parlato al Corriere dello Sport, in merito alla ripresa del campionato e ha confermato la sua opinione favorevole al ritorno in campo. Ecco le sue parole, raccolte dal sito ufficiale dei nerazzurri: “Credo che lo sport, come ogni altra attività, si debba adeguare e nei modi più […]
CORRADO PISA – Corrado, presidente del Pisa, ha parlato al Corriere dello Sport, in merito alla ripresa del campionato e ha confermato la sua opinione favorevole al ritorno in campo. Ecco le sue parole, raccolte dal sito ufficiale dei nerazzurri:
“Credo che lo sport, come ogni altra attività, si debba adeguare e nei modi più sicuri possibili. Il Governo ha aperto agli sport individuali il 4 maggio rinviando gli altri al 18; non so se i tempi siano corretti e se si potesse fare di più e meglio per superare l’emergenza. In ogni caso non capisco perché se una squadra ha la possibilità di far allenare il singolo giocatore in un ambiente aperto con tanto spazio a disposizione, non possa iniziare a farlo. Il calcio è uno sport che si basa su una piattaforma industriale importante che da lavoro a molte persone, oltre ai calciatori, e pertanto appena sarà possibile deve ripartire. Occorrerebbe però valutare il calcio non solo come uno sport ma anche come una importante attività produttiva. Se il calcio non ripartirà nei tempi opportuni anche lo Stato dovrà defalcare tanti milioni dai propri introiti, non meno di un miliardo e 300 milioni che potrebbero far comodo per sopperire alle esigenze del paese. La partita di calcio è divertimento ma è soltanto il prodotto finale di un processo produttivo che genera valore per il Paese e per tanti cittadini. In base alle regole dello sport, occorrerebbe portare a termine le competizioni interrotte prima di iniziarne altre, il tutto a garanzia di ogni partecipante. Il rispetto dei protocolli rappresenterebbe la Garanzia di sicurezza e la B con un contributo dalla Federazione per affrontarli potrebbe riuscire a chiudere il proprio campionato entro la fine dell’estate. Mancano nove partite e in 40 giorni si potrebbe fare tutto e anche mettere una piccola pezza ai danni di ogni società e all’emorragia degli incassi”.