POKER FACE – Adriano Montalto: da calciatore in prova a stella della Ternana, nel segno di Pochesci
Era una torrida giornata di luglio ed a Norcia, sede del ritiro estivo della Ternana, aveva luogo una delle prime istrioniche conferenze stampa di mister Sandro Pochesci: “Manca la prima punta? Forse mancano i grandi nomi, ma il mio centravanti di razza ce l’ho: si chiama Montalto, per ora è in prova, se capisce di poter fare la Serie B punteremo su […]
Era una torrida giornata di luglio ed a Norcia, sede del ritiro estivo della Ternana, aveva luogo una delle prime istrioniche conferenze stampa di mister Sandro Pochesci: “Manca la prima punta? Forse mancano i grandi nomi, ma il mio centravanti di razza ce l’ho: si chiama Montalto, per ora è in prova, se capisce di poter fare la Serie B punteremo su di lui.” Una dichiarazione del genere non poté che suscitare perplessità mista ad ilarità sul volto degli addetti alla carta stampata locale, già pronti a puntare il dito contro la nuova proprietà Unicusano, rea di star costruendo una squadra inesperta per la serie cadetta, badando solo all’economia. Chissà cosa staranno pensando sei mesi dopo critici, tifosi ed appassionati constatando che il Tagliagole è quarto nella classifica dei bomber, grazie agli 11 gol realizzati. Neanche un bottino così cospicuo, però, dà l’idea del peso specifico dell’ariete di Erice che, invece, si può comprendere analizzando nel dettaglio il poker rifilato ieri sera alla Pro Vercelli, il primo siglato in B da una Fera.
Dopo 5 minuti, infatti, i rossoverdi sono già in svantaggio, ma il quasi trentenne Montalto, professione attaccante d’area, prende palla sulla trequarti, salta un uomo e lascia partire un sinistro diagonale che non lascia scampo al portiere avversario: parità ristabilita immediatamente, ossigeno puro per una tifoseria sempre più in apnea. Un pezzo pregiato d’autore che modifica un copione che pareva già tragico, ponendo le basi per la favola. Per scrivere il lieto fine l’uomo della provvidenza della Ternana torna ad indossare le sue vesti più consuete nell’ambiente ideale: l’area piccola. Il 2-1 è da manuale del calcio pochesciano: Paolucci alla Pirlo, Ferretti alla Lichtsteiner di prima al volo in area e lui con una sontuosa girata di destro la insacca ancora. Un sinistro in anticipo ed un colpo di testa completano l’opera magistrale e regalano alla squadra umbra tre punti che mancavano da ottobre. Sarebbe banale, tuttavia, limitarsi all’elogio del calciatore, perché da questa storia si può trarre una morale ben più istruttiva. L’allenatore nel calcio conta, e parecchio: se dopo un decennio da professionista il tuo massimo traguardo sono stati 8 gol in cadetteria col Trapani dei miracoli e sei rientrante da un grave infortunio, solo un acutissimo osservatore e conoscitore del calcio può correre il rischio di puntare su di te.
Se, nonostante una classifica deficitaria, Sandro Pochesci è ancora sulla panchina del club che gli ha dato l’occasione della vita un motivo c’è: il tecnico di Tor Vergata sta valorizzando ogni singolo calciatore, spingendo dei ragazzi senza esperienza ben oltre le loro possibilità, trasformando scommesse in risorse, oggetti misteriosi in certezze, prospetti in senatori. Adriano Montalto, dunque, è solo la punta di un iceberg costruito grazie alla passione, le idee ed il lavoro quotidiano e che ora, ritrovata la vittoria, può emergere in misura sempre maggiore.