Reggiana, l’eroe della favola è Diana: “Avevamo qualcosa in più, è giusto sia il mio turno in B”
La favola Reggiana raccontata da mister Aimo Diana
La favola Reggiana è finalmente diventata realtà, con il club granata che dopo una grande cavalcata ha conquistato con merito la Serie B. Sceneggiatura affidata ad un grande come Aimo Diana, che ha messo la sua mano in questa impresa trionfale della Reggiana. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il mister della Regia ha raccontato tutte le emozioni provate in questa stagione memorabile.
Ecco le parole di Diana:
“Abbiamo avuto un momento di flessione ma è normale. O stravinci come il Catanzaro oppure è normale soffrire anche se sei primo. Noi però siamo sempre rimasti lì, abbiamo perso solo con l’Entella e piano piano ci siamo ripresi. Ho sempre avuto fiducia, le rivali erano forti ma non ci siamo mai sentiti inferiori, ho sempre pensato che avessimo qualcosa in più. Però siamo umani dai, un po’ di ansia è venuta. La festa ad Olbia? Inaspettata, pensavamo di giocarci tutto all’ultima e non avevamo organizzato nulla. É stata una giornata storica, campo complicato ma loro sono stati corretti. Avevo promesso la carta di credito ai ragazzi, non so ancora quanto hanno speso. Sapevo di poter contare su un gruppo forte, che bramava rivincita dopo l’anno scorso. C’era poca fiducia in giro, ogni pareggio veniva vissuto come una sconfitta, ma noi siamo stati forti, conoscevamo l’obiettivo e lì siamo arrivati, senza farci coinvolgere dal pessimismo. La figuraccia dell’anno scorso ai playoff ci ha fatto resettare tutto, anche scontrandomi con la società, come succede in certi casi. Adesso ho voglia di confrontarmi con una categoria superiore, dove per esempio ci sarà la Var. Io sono un primino, ma osservo la B da tanto, vedremo che obiettivi pone la società, dovremo ristrutturarci completamente avendo tanti giocatori in scadenza, ma la base è buona. Gli esempi di Bari e Modena servono: confermando il gruppo vincente stanno facendo molto bene. Contratto? Ho il rinnovo automatico con la promozione in B. C’è tempo per trovarci e parlarne. Le esperienze le ho fatte e mi è stato riconosciuto di meritare la B. É giusto che sia il mio turno, ho la maturità per capire cosa è giusto e cosa no”.