Como, palla ad Osian Roberts: “Fabregas? Parliamo e decidiamo collettivamente. Poi la decisione finale è mia”
Osian Roberts racconta la coabitazione con Fabregas sulla panchina del Como
Per un Como che viaggia spedito a marce alte verso la promozione c’è un ambiente che rema instancabilmente nella stessa direzione. Qualcosa di non scontato, soprattutto se si pensa alla gestione della stagione, prima con mister Longo, poi con Fabregas, e adesso con il gallese Osian Roberts, che ha preso il posto del catalano fino a fine stagione, vista la scadenza della deroga del patentino dello spagnolo. Una coabitazione che per il momento dà i suoi frutti vista la classifica e i risultati, Osian Roberts ne ha parlato anche alla Gazzetta dello Sport.
Ecco le sue parole:
“Nel 4-0 con lo Spezia ci sono state molte cose di cui essere contenti, in altre avremmo potuto fare meglio. I giocatori avevano le idee chiare su cosa voleva lo staff. È andata bene ma non vogliamo fermarci, c’è un percorso da seguire. Chi è in campo decide. Vogliamo ragazzi che giochino a calcio, non robot. Noi suggeriamo soluzioni, quando essere pazienti o cambiare fronte, come creare spazi e giocarci dentro. Alla fine però vogliamo segnare presto. Se possiamo scegliere tra farlo dopo 5 passaggi o dopo 30 preferiamo la prima opzione. Dove migliorare? Nel possesso. Con lo Spezia abbiamo avuto il 50% ma vorremmo dominare di più la palla senza buttare via i punti di forza: sabato siamo stati bravi a velocizzare, a creare l’uno contro uno. Ho visto tante partite con molti gol. E tecnici organizzati, squadre con un piano A e un piano B. E tutte sono competitive. Fabregas? Sarebbe sciocco non parlare con lui di come giocare, di quale giocatore sia più adatto a una determinata situazione. Ha vissuto la B e gli chiedo un sacco di cose: stadi, tifosi, identità delle squadre. Conosce lo spogliatoio, la mentalità. Ha una grande storia da giocatore ed è un buon allenatore. Nello staff ognuno ha una responsabilità, parliamo e poi decidiamo collettivamente, anche per la formazione. Poi la decisione finale è mia. Se penso che sia meglio giocare con 4 difensori e qualcuno crede che 3 siano più efficaci, devo capire perché. Poi decido. Nel calcio sei mesi sono un periodo lungo, vedremo. La società ha una grande ambizione”.