Genoa, Sabelli: “Non dobbiamo sentirci i più forti. Nessuna squadra può ammazzare la Serie B”
Ecco l'intervista di uno dei protagonisti inattesi del Grifone
Il terzino del Genoa Stefano Sabelli, promosso titolare da mister Alexander Blessin, si è raccontato in un’intervista al Secolo XIX.
“L’errore più grande che possiamo commettere è ritenerci i più forti. Voglio tornare in Serie A con questa maglia, per restarci. L’anno scorso mi sono infortunato in modo serio proprio all’ultima giornata col Brescia: 4 vertebre rotte. Ciò mi ha penalizzato e ho impiegato tempo a trovare la migliore condizione, ma ora mi sento bene.
Nel calcio fare previsioni è difficile: non pensavo di tornare a Brescia ed è successo, non credevo di ripartire col Genoa ed eccomi qui. Mister e ds mi hanno convinto della possibilità e sono felice della scelta fatta. Blessin arrivò dopo la mia partenza, ha un’idea di calcio diversa rispetto agli allenatori italiani. Propone un gioco che richiede condizione al top.
In allenamento si parla inglese e tedesco, ma in campo il linguaggio è lo stesso. Se ci sono problemi, abbiamo il traduttore. La campagna acquisti è stata quasi perfetta, sarà perfetta se riusciremo a ottenere la promozione. Ci sono calciatori di esperienza e valore, italiani e stranieri. C’è tutto per ambire alla Serie A. In 243 partite cadette ho imparato che nessuna squadra può ammazzare il campionato. Dobbiamo conoscere il nostro valore, ma anche questo.“
Sabelli torna sul rigore di Cosenza-Genoa
“Di come ci giudicano i nostri avversari non deve importarci, per vincere dobbiamo mettere in campo la loro stessa cattiveria agonistica e far emergere le nostre qualità tecniche e tattiche. La forza della squadra è la presenza di 22 potenziali titolari. Rigore a Cosenza? Non ero felice. Ho incontrato l’arbitro in aeroporto e ne abbiamo parlato: mi ha spiegato che per lui Panico ha toccato palla prima di me e successivamente l’ho colpito. Per fortuna il penalty non ha condizionato il risultato. Abbiamo reagito alla grande, da squadra. Penso sia stata una sfida spartiacque, di quelle che capitano 2-3 volte l’anno.“