Perugia, Santopadre: “Mi sono sentito tradito da Caserta, in Alvini spero di trovare l’uomo”
SANTOPADRE PERUGIA ALVINI CASERTA – Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, ha inaugurato la stagione con una conferenza stampa. Queste le sue parole, riportate da TMW: “Era doveroso iniziare questa stagione con una mia conferenza, perché dobbiamo riprendere un percorso iniziato due anni fa: è stato a tratti doloroso, ma oggi parliamo solo di calcio. Abbiamo e ho […]
SANTOPADRE PERUGIA ALVINI CASERTA – Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, ha inaugurato la stagione con una conferenza stampa.
Queste le sue parole, riportate da TMW:
“Era doveroso iniziare questa stagione con una mia conferenza, perché dobbiamo riprendere un percorso iniziato due anni fa: è stato a tratti doloroso, ma oggi parliamo solo di calcio. Abbiamo e ho fatto degli errori, ma questi non vengono mai a caso, questo è il mio pensiero dopo quanto accaduto: le sconfitte insegnano molto di più rispetto alle vittorie e ai risultati positivi.
Giudicare, prendersela con qualcuno, avere un capro espiatorio è facile, ma quando ci sono delle retrocessioni è colpa di tutti, anche del presidente, quello indubbiamente. E comunque le contestazioni vanno bene, sono sintomo di amore: è come quando ci si lascia, è l’indifferenza che fa male, non le offese. A ogni modo, questo a parte, siamo stati bravi, anche la città ci ha aiutato, se siamo prontamente risaliti è anche grazie all’esterno.
Ho chiesto all’allenatore di salvaguardare la categoria, ho toccato di nuovo con mano quello che succede, anche a livello economico, in C, me ne ero dimenticato dopo 6 anni di B: fa male, l’ho capito, quindi ho messo come primo obiettivo quello. Mantenere la categoria è importante, poi non mettiamo limiti alla provvidenza, non è vietato sognare. Ci siamo affidati ad Alvini, che si è mostrato onorato di allenare qui, e questo è per me un dato importante: sono convinto di aver fatto la scelta giusta, poi vedremo con i fatti, tanto parla il campo. Ma la Reggiana giocava bene, Alvini è poi molto umile: in lui spero di trovare L’Uomo, perché il ruolo è un conto, ma dietro di esso ci deve poi essere l’uomo. Se così è, sarà un lungo percorso, come è stato col Ds Goretti: credete non abbia mai avuto offerte?
Caserta? Dopo i festeggiamenti vari, seppur limitati, l’ho chiamato, avevo letto una sua intervista in cui parlava di futuro, dicendo che si sarebbe dovuto incontrare con me: preferivo però rimandare tutto a dopo la SuperCoppa, ci tenevo molto perché c’era in mezzo il derby con la Ternana. Mi dette l’ok, mi dispiace aver letto che poi ha detto che l’ho fatto aspettare troppo. Semplicemente non volevamo distrazioni. Quando poi ci siamo trovati, ho visto un atteggiamento già diverso, non c’era la curiosità di capire che tipo di programmi avessi, e lì ho capito subito che qualcosa non andava: gli chiedo di fare una foto tutti insieme, c’erano anche i dirigenti, ma Caserta ha preferito aspettare, dicendo che ci saremmo riaggiornati.
Dal giorno dopo, ecco i rumors su Benevento e Crotone. Ho visto un uomo molto combattuto, era a disagio nei miei confronti e in quelli della società, spero lo fosse pure nei confronti dei tifosi, ma la sua scelta l’aveva palesata. Come ci siamo lasciati? Non dimentico cosa ha dato, cammineremo su strade parallele che mai più si incontreranno ma finita l’operazione commerciale rimane stima: umanamente mi dispiace molto, mi sono sentito tradito, speravo di dare continuità tecnica la progetto ma non ci sono riuscito. Non potevo star fermo ad aspettare che qualcuno ci desse la grazia per allenarci, quindi il discorso è chiuso.
Quando a Nesta proposi un contratto, lui scelse di fare solo un anno, preferiva così e fu onesto nel dirmelo, non voleva venire a testa bassa da me per dirmi che non sarebbe rimasto a contratto firmato: con lui avrei voluto continuare, lui optò per altro ma venne da me da allenatore libero. Gli detti la mano, augurandogli il meglio. Bucchi e Caserta avevano il contratto, ma Bucchi fece una scelta condivisibile, era il Sassuolo a chiamarlo, una Serie A importante: siamo ancora amici. Con Caserta è proprio un altro discorso, si parlava di un triennale a cifre importanti e un cambio di panchina a pari categoria, nonostante si sappia tutti la grande disponibilità economica del Benevento.
Voglio adesso completare la rosa. Abbiamo 16-17 giocatori di proprietà, 2 o 3 li sostituiremo, quindi 10-11 giocatori arriveranno. Potrà sembrare una rivoluzione, ma è fisiologico che con il cambio di categoria si abbia un cambio così massiccio. Elia? Non voglio dire cose che sembrano scontate lui con noi ha iniziato un percorso importante, vedevo ieri la Nazionale e ho visto quanti calciatori sono diventati importanti grazie a questa società. Quello che creiamo per i giovani non si può trovare in nessun’altra parte di Italia, e non lo dico per la gestione Santopadre, ma per quella che è la storia del club, dei suoi 116 anni. Comotto ha quasi chiuso tutti gli accordi che c’erano da limare, poi li comunicheremo. Non sarà facile fare mercato con i colossi che ci sono in categoria, ci sono 6-7 club fuori portata, ma noi non siamo nuovi alla stessa: la preoccupazione deve far parte del mio modo di gestire il club, ma senza paura, quella non deve esserci. A livello di budget saremo in una range tra l’8° e il 13° posto”.