Ascoli, Scamacca: “Con la salute non si scherza, basta poco per ricadere”
SCAMACCA ASCOLI SALUTE – Gianluca Scamacca, attaccante classe 99′ in forza all’Ascoli e punto fermo della Nazionale Under 21, si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: “Penso al mercato? In questo momento le mie priorità sono altre: allenarmi, stare bene e pensare a quando si ritornerà a giocare. Se si ricomincerà. Io il […]
SCAMACCA ASCOLI SALUTE – Gianluca Scamacca, attaccante classe 99′ in forza all’Ascoli e punto fermo della Nazionale Under 21, si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: “Penso al mercato? In questo momento le mie priorità sono altre: allenarmi, stare bene e pensare a quando si ritornerà a giocare. Se si ricomincerà. Io il futuro bomber della Nazionale maggiore? Ho tanto da lavorare, sinceramente adesso non ci penso, ragiono per step. Ovvio che se arrivasse la convocazione… sarebbe un sogno. Il futuro del calcio? Spero che tutto torni come prima, se non meglio, però è difficile in questo momento fare delle previsioni. L’unica cosa che si può fare è pensare alla nostra salute, poi al resto provvederà Dio. Come immagino un’eventuale cambiamento? Ci ho riflettuto in questi giorni, se si tornerà a giocare all’inizio credo che le partite si disputeranno a porte chiuse, poi, in base a come si svilupperà il fenomeno Coronavirus, si procederà al passo successivo. Credo che dopo mesi e mesi si tornerà alla normalità. Sembra, comunque, di essere in un film. Se le porte chiuse si prolungassero? A porte chiuse non ha molto senso, i tifosi sono l’energia principale di questo sport, sono la cosa più bella, soprattutto i nostri. Capisco però che ci si debba adeguare alla situazione e al momento che stiamo vivendo, quindi, se sarà necessario giocare senza pubblico, lo faremo. Non so che sensazione proverei, ancora non mi è capitato, a pensarci mi fa un effetto veramente strano. Abbiamo perso un vantaggio visto che 7 delle 11 gare rimanenti le avremmo disputate in casa? Assolutamente si. Per il girone di ritorno avevamo calcolato che avremmo giocato le sfide più difficili in casa, dove ci avrebbero spinto i nostri tifosi. Senza tifosi non sarebbe più calcio, ma una fredda esibizione in campo. Sono d’accordo al taglio degli stipendi? Si troverà senz’altro un modo per essere tutti soddisfatti. Come vivo la mia clausura? La mattina mi sveglio alle 10, porto fuori il cane, Amstaff Pitbull di nome Ettore, poi gioco a burraco con mamma Cristiana e nonna Simonetta. Pranzo alle 13, un’ora di play station, quindi alle 16 mi alleno. Ho comprato una bike, seguo il programma di Nazzareno e del prof., faccio corsa circuiti e bike. In questi giorni sto rivedendo un po’ di partite dell’Ascoli, la gara con il Livorno e quella con il Cosenza quando ho segnato due gol: ho un po’ di nostalgia, mi mancano quei momenti. Cosa mi manca di più? La spensieratezza di stare nello spogliatoio, abbracciare i compagni, farsi due risate. Insomma, la quotidianità. I protocolli da seguire creeranno difficoltà ai club di B? Penso che possa essere impegnativo per i club di Serie A medio-bassi, figuriamoci per la Serie B. Inoltre, il nostro è un gioco di contatto: cosa fai quando vai a marcare dentro l’area, stai a distanza? Siamo giocatori e viviamo di contatto fisico, o si riprende in sicurezza assoluta o è meglio lasciare stare. Cosa farei se dipendesse da me? Finché la situazione non si calma, ma deve calmarsi tanto, non farei riprendere nulla e non rischierei. Con la salute non si scherza, basta poco per ricominciare tutto daccapo. Cosa prometto ai miei tifosi? Giocare sapendo che ogni giorno muore tanta gente non fa piacere, sarebbe più consono giocare con la tranquillità e la spensieratezza che abbiamo sempre avuto. Ai miei tifosi prometto che porterò sempre la mascherina, ma… non in partita“.