Bari, l’ex allenatore di Scheidler: “È un attaccante completo e un bravo ragazzo. Ha grandi margini”
Le parole di Didier Ollè Nicole, ex tecnico di Scheidler ai tempi dell'Orléans
C’è un ragazzo nel Bari che, complice anche l’assenza di Cheddira, sta emergendo nelle fila biancorosse. Si tratta di Aurelien Scheidler, arrivato l’ultimo giorno di mercato per ben 1,6 milioni. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com ha parlato Didier Ollé-Nicolle, che nel 2019, ai tempi dell’Orléans, decise di promuoverlo in prima squadra, fino a portarlo in due anni al suo exploit nel calcio professionistico.
“Aurélien aveva buone potenzialità, era un giocatore atletico nonostante l’altezza. Doveva rendersi conto di non accontentarsi di ciò che funzionava nella squadra B. Aveva già questa attrazione per il gol, in area di rigore era molto efficiente. Abbiamo avuto un buon rapporto, ma anche una relazione ‘forte’. Un giorno in cui brontolava gli dissi che avrebbe potuto continuare a lamentarsi con la squadra B, stando lontano da me. Il weekend successivo segnò 2 gol e chiarimmo: è quello che ti aspetti da un centravanti”.
Sulle caratteristiche. “Come ha rimarcato Polito, è più un attaccante completo che atipico, perché partecipa alla partita, è bravo nell’uno contro uno e abbastanza veloce sui primi appoggi. Ma ha ancora molto margine di miglioramento, non deve pensare di essere arrivato. Penso che riuscirà a farsi valere in Serie B come ha fatto in Ligue 2, a condizione che rimanga calmo e che lavori sempre di più. Il suo potenziale da centravanti gli permetterà di “prendere a pugni” le solide difese italiane”.
Riuscirà Scheidler a ripagare la spesa dei biancorossi? “Il futuro ce lo dirà. Ho avuto la possibilità di allenare Mehdi Benatia a Clermont in Ligue 2. Dopo l’Udinese si trasferì alla Roma, poi al Bayern e alla Juventus, ha vinto titoli con club di Champions League. E al tempo non pensavo potesse arrivare a un livello simile. Allora… può accadere lo stesso”.
Chi può essere il suo partner ideale? “Deve rispettare gli altri. Ha uno stile che gli permette di giocare con tutti: sia girando intorno a un finalizzatore d’area di rigore, sia facendo da perno per un attaccante più dinamico. Ma soprattutto deve avere pazienza se non dovesse partire come titolare”.
“La lingua non è un grosso problema. Francese e italiano sono molto simili, due culture mediterranee, e quando sei intelligente e vuoi avere successo, il calcio è una lingua universale. Mi sono allenato in Svizzera e a Cipro con 15 nazionalità diverse e ci siamo qualificati per l’Europa League. Sta a lui fare lo sforzo di capire e comunicare velocemente, e andrà tutto bene! Ci tengo a sottolineare a tifosi e allenatore che è un attaccante completo e un bravo ragazzo. Ad Aurélien invece dico: se riesci a ritagliarti un ruolo importante col Bari all’interno del club e in campionato… allora verrò con piacere a vederti giocare una partita!”.