La querelle Masiello, la riforma dei campionati, il mea culpa di Preziosi: il venerdì di Serie B
Le notizie più rilevanti della giornata cadetta
Nel venerdì dell’anticipo del 13° turno vinto da un Frosinone sempre più capolista tra le polemiche dell’Ascoli, tanto altro è successo in Serie B. Di seguito i principali aggiornamenti di una giornata ricchissima di avvenimenti.
Serie B, i fatti più importanti del venerdì
La querelle Andrea Masiello-Bari
Stando a quanto riportato dal sito della Gazzetta, la non convocazione di Andrea Masiello per Bari-Südtirol non è una sorpresa o una scelta dell’ultimo momento, ma qualcosa di accuratamente studiato e ratificato. Non c’era nessun intenzione da parte del difensore di giocare nella città che tanto ha ferito con la vicenda calcioscommesse.
Il ds biancorosso Paolo Bravo avrebbe infatti spiegato alla stampa che il difensore ex Atalanta ha inserito questa clausola legata al non ritorno al “San Nicola” già in sede di firma del contratto. L’allenatore Pierpaolo Bisoli si è dunque attenuto a fatti già decisi escludendolo dalla lista per la trasferta.
La via per la riforma dei campionati
Francesco Ghirelli chiama, Mauro Balata risponde. Usando una locuzione molto famosa in termini radiofonici è possibile sintetizzare il botta e risposta dei due presidenti di Lega Pro e Serie B. Il numero uno della serie cadetta, infatti, ha raccolto l’invito di Ghirelli il quale ha invitato le tre leghe ad un incontro per la riforma dei campionati. Di seguito il pensiero di Balata
“Finalmente, dopo anni in cui abbiamo invitato tutti ad esporsi in maniera chiara e concreta sul tema riforme, leggiamo di volontà concrete di iniziare questo percorso su cui, come ho già avuto modo di dire, siamo tutti in ritardo. Spero che tutto ciò porti finalmente ad una modernizzazione ed evoluzione del sistema calcistico italiano – ha concluso Balata -, in particolar modo della industry del calcio che ha bisogno di recuperare quote di competitività“.
Il mea culpa di Enrico Preziosi
L’ex presidente di Genoa e Como Enrico Preziosi ha rilasciato un’intervista a La Provincia di Como all’antivigilia del match tra le due squadre.
“Genoa-Como sarà la mia partita. Non mi chieda per chi tifo. Scontato: Genoa. Diciotto anni non si cancellano. Avete presente quando qualcuno ti fa del male, e l’unica maniera per dimenticare è cancellare? Ecco, Como mi fa quell’effetto. Abito a Lugano, e se devo attraversarla di passaggio, mi prende un sentimento di disagio. Le cose non sono mai raccontate bene. Mi spiace. Se la gente a Saronno, a Como e a Genova ha finito per insultarmi, o screditarmi, significa che qualche errore l’ho commesso anche io. Non sono soddisfatto di quanto ho fatto, perché alla fine ho perso. Se questo è il ricordo che si ha di me, ho perso.
A Saronno mi hanno addebitato un fallimento arrivato due anni dopo dalla mia partenza mentre a Como mi hanno tirato un bel tranello. Con tutti i soldi che ci ho messo. Ma non ce l’ho con nessuno. Mi è spiaciuto per la retrocessione del Grifone. Anche perché era facile concludere che avevo messo il Genoa in mani sbagliate. E non era vero. Ma sono stati fatti errori importanti, come prendere Shevchenko. Urlavo al telefono con i proprietari, chiedevo ‘ma cosa state facendo?’. Va beh, torneranno su.Sono sincero. In questo anno mi sono disintossicato, sono tornato a fare le cose che so fare bene, a dedicarmi alla azienda e alla famiglia con più serenità, meno frenesia. Anche le partite le guardo con più distacco: da una parte me le godo di più, dall’altra c’è meno adrenalina. Se ho voglia di tornare? Il mio calcio è finito. Questo è un calcio senz’anima, tutto business. Le proprietà straniere non vengono per passione, ma per fare affari. Il tempo dei padri padroni-tifosi, come ero io, è finito. Anche se posso farle una previsione. Tra qualche anno le proprietà straniere torneranno da dove sono venute.“