SPAL, Zuculini: “Ecco cosa ci ha penalizzato quest’anno. Nainggolan? Ha dato una grande mano”
Le parole dell'esperto centrocampista
Franco Zuculini, centrocampista della SPAL, ha parlato ai microfoni dei colleghi de “lospallino.com“: “Se vengo considerato dagli allenatori come un uomo importante per spogliatoio è probabilmente perché sono uno che rispetta sempre le scelte e cerca di far passare questo messaggio anche a tutti gli altri. Il calciatore di norma ha un ego smisurato e le scelte possono anche non piacere. Io ho capito da giovane come ci si deve comportare e immagino che questo venga apprezzato. Provo a trasmettere la mia esperienza soprattutto ai ragazzi più giovani per aiutarli nel loro processo di crescita. Penso sia una cosa che contribuisce a far crescere anche me e che magari mi aiuterà a continuare a rimanere nell’ambiente quando non farò più il giocatore.
Il legame col presidente? Ci siamo conosciuti al Bologna e abbiamo anche avuto la fortuna di salire in Serie A. Quell’anno ho fatto bene a livello personale (28 presenze, 3 gol e 6 assist) e magari anche quello ha aiutato a creare una connessione. Magari ha visto qualcosa in me che lo ispirava. Poi c’è la parte umana: c’è stata un’intesa sincera e bella e ad accomunarci c’è un un pensiero molto simile su come affrontare e risolvere i problemi del calcio e della vita. Questo rapporto è continuato anche quando ci siamo divisi fino poi a ritrovarci qui a Ferrara.
Il minutaggio? Mi sento bene, anche se quando uno non gioca fatica ad avere il ritmo necessario. Però fisicamente sono a posto e faccio sempre del lavoro extra per stare in linea coi compagni. Di problemi in questo momento non ne ho, anche se ho un ginocchio messo in maniera particolare (operato tre volte, ndr) che richiede un certo tipo di cura e al quale probabilmente dovrò prestare attenzione anche quando smetterò. Ma nel complesso sto lavorando bene e se il mister ha bisogno di me ci sono assolutamente, anche nel caso ci fosse da giocare dall’inizio.
Le mie due ammonizioni dalla panchina? Vorrà dire che domenica a Cosenza farò di tutto per farmi ammonire (ride, ndr), per la vittoria farei qualunque cosa. A parte gli scherzi a me piace che in panchina ci sia sempre una bella carica, che ci sia vitalità. Sono sempre io a fare casino e certe volte i ragazzi se la prendono un po’ (ride, ndr). Però penso sia un modo per tenere la giusta tensione, il giusto nervosismo. Tutti dobbiamo stare svegli in modo da avere l’adrenalina per quando si deve entrare in campo.
I cambi di allenatore? Sicuramente non è una cosa normale, ma può succedere. Ci sono squadre che ne hanno cambiati anche cinque o sei in un anno. Abbiamo una squadra giovane e in tanti stanno vivendo certe situazioni per la prima volta. Credo che diversi abbiano pagato un po’ il prezzo dell’inesperienza. Per il resto penso che gli imprevisti possano capitare e quando c’è un problema non resta che cercare delle soluzioni. Il mister è quello che fissa le sue idee, trascina il gruppo e porta all’obiettivo. Credo che noi come squadra abbiamo gestito bene il passaggio da un allenatore all’altro soprattutto perché c’è un gruppo molto sano e che vuole crescere. Ora vogliamo provare a chiudere al meglio perché la gente se lo merita.
Mi domando spesso anch’io cosa sia andato storto con questa stagione e penso che a complicarci la vita sia stata un po’ la mancanza di tempo. Mi spiego: abbiamo tanti giovani e per loro non è facile, devono avere l’opportunità di maturare e fare il loro percorso. Ovviamente comandano i risultati e quando non arrivano ci sono giustamente del nervosismo e delle critiche. Però credo che le ultime partite abbiano dimostrato che stiamo complessivamente maturando e ci sia la mentalità giusta. Questi sei mesi sono serviti molto per farci crescere tutti e penso che questo si veda nel rendimento di alcuni giocatori. Prati è l’esempio più facile da fare, ma anche altri ragazzi li vedo più consapevoli. Ora stiamo entrando in una fase di campionato in cui dovremo mostrare i risultati di questo processo e far vedere tutte le nostre qualità.
Le ultime dieci partite sono più un campionato mentale che altro. Ormai tra squadre ci conosciamo tutti e sappiamo chi gioca come. La differenza la farà la testa e ad arrivare davanti saranno i gruppi più solidi e che avranno la capacità di non mollare per un secondo. Sia per la lotta per la serie A sia per la salvezza. Farà la differenza la capacità di aiutarsi l’uno con l’altro, senza farsi troppo condizionare dal giocare più o meno minuti degli altri.
Nainggolan e Prati? Radja è uno che fa sembrare tutto facile per le qualità che ha. Ha lo spirito di un ragazzino: scherza sempre con tutti, è umile, ma al tempo stesso dà sempre consigli e penso che quando come uno lui parla bisogni sempre ascoltarlo. Ci ha dato una grande mano sia dentro sia fuori dal campo e speriamo torni presto. Ma anche domenica scorsa è stato importante perché prima della partita è venuto a darci delle indicazioni e dei suggerimenti. Prati invece è fenomenale e credo abbia davanti un futuro incredibile. Diamogli tempo, ha bisogno di questo e di fiducia e che continui così perché sta avendo una crescita molto importante.
La natura della gente la vedi soprattutto nei momenti brutti e personalmente posso dire che Ferrara ci ha sempre trattato davvero molto bene. Non è facile trovare un sostegno di questo genere quando le cose vanno come sono andate qui. In altre città nei momenti difficili può capitare anche di beccarsi qualche parola solo uscendo per fare la passeggiata col cane, ma qui non succede. Qui ho trovato molto rispetto e quando c’è una critica è sempre costruttiva. Penso che questo debba motivarci ancora di più perché abbiamo visto quanta carica ci può dare il pubblico quando riusciamo a fare bene. La gente di Ferrara non merita certo di soffrire così tanto e cercheremo in tutti i modi di migliorare le cose. Posso garantire che tutti i ragazzi la pensano così e capiscono quanto è importante la SPAL per i suoi tifosi. Vorremo dare alla città quello che merita veramente.
Il mio futuro? Già da piccolo avevo la passione per l’arte e per la musica (Franco suona il pianoforte, ndr), ma per via del calcio non ho mai potuto coltivarle più di tanto. Gli infortuni però mi hanno fatto capire che il calcio può finire anche domani. Oggi sono qui a parlare da giocatore dopo tre operazioni al ginocchio e mi considero fortunato, perché tanti hanno dovuto smettere dopo la prima. Quindi ho sfruttato il tempo per prepararmi al giorno in cui il mio corpo non ce la farà più a sostenermi per questo lavoro. Con l’arte e la musica sento quasi la stessa passione che sento per il calcio: si avvicinano molto, ma non la eguagliano ancora perché il pallone è la mia vita. Però sono ambiti che mi piacciono molto e che magari un giorno arriveranno a darmi lo stesso livello di adrenalina che provo in campo. Di recente assieme a due socie ho anche creato un brand di moda che sia chiama Canto Primo: anche quello era un mondo in cui mi sarebbe sempre piaciuto entrare ma non avevo idea di come poterci riuscire. Grazie a Carola e Lola ho avuto la fortuna di iniziare anche questo percorso e penso che siamo su una buona strada”.