Modena, l’ex Tesser: “Dirò sempre grazie ai Rivetti ma l’esonero mi ha fatto parecchio male”
Le parole dell'ex Canarino
L’ex allenatore del Modena, Attilio Tesser, ha parlato ai microfoni di Parlando di Sport circa la sua recente esperienza alla guida del club gialloblu. Di seguito le sue parole:
“Quella in gialloblù è stata un’esperienza bellissima e per me è stato un onore far parte della società canarina: sono state due stagioni indimenticabili. La prima è stata sofferta all’inizio e poi vissuta per tutto l’anno sul duello con una squadra molto forte come la Reggiana: è stata una cavalcata incredibile con 14 vittorie consecutive e il successo finale arrivato dopo un lungo testa a testa, che l’ha reso particolarmente bello. Inoltre, è stata messa in bacheca anche la Supercoppa, che, insieme alla vittoria in campionato e al record di successi consecutivi in Serie C, ha contrassegnato quella stagione.
Nel secondo anno eravamo partiti con l’obiettivo della salvezza e l’abbiamo raggiunta in anticipo arrivando decimi e, dopo una partenza un po’ difficile come era avvenuto anche l’anno precedente, siamo sempre stati tra il nono e l’undicesimo posto, avendo anche la possibilità di raggiungere i playoff, che poi sono sfumati nella partita contro il Benevento: questo non toglie nulla alla stagione, comunque positiva e chiusa con gli applausi della gente nell’ultimo match casalingo. Questo è stato il coronamento delle due stagioni a Modena”.
Sull’esonero: “La decisione di cambiare allenatore è una cosa che una società ha il diritto e il dovere di fare, però, dopo due stagioni che ritengo positive, è arrivata un po’ inaspettata e ha fatto un po’ male. Si poteva fare in maniera più elegante e più soft, senza denigrare nell’ultimo periodo tutto il lavoro fatto nel corso dei due anni: quella è la cosa che mi ha ferito perché dietro ai risultati ottenuti come allenatore penso che la città mi abbia riconosciuto dei valori anche come uomo. Tutto qui, per il resto alla famiglia Rivetti io dico grazie: per avermi scelto, per avermi difeso nella prima parte della prima stagione quando le cose andavano meno bene e per aver fatto insieme un bellissimo percorso. Credo che in una società forte e sana come quella della famiglia Rivetti si sarebbe potuto lavorare ancora bene: tra i dispiaceri c’è stato anche quello di lasciare una società e una città dove sono stato bene e dove avevo visto l’opportunità, con grande semplicità e in comunione di idee, di andare avanti in maniera positiva”.
Sulla famiglia Rivetti: “Credo che le premesse perchè il Modena faccia bene ci siano. Questa società è tranquilla e serena e, per quello che ho potuto constatare fino a quando sono rimasto sulla panchina dei gialloblù, ha ambizioni e voglia di fare bene anche attraverso la costruzione del centro sportivo, dal settore giovanile alla prima squadra. Credo che le ambizioni non siano state nascoste e riguardino, in futuro, anche la possibilità di salire in Serie A, facendo le cose nella maniera giusta”.
Sul futuro personale: “Ho avuto contatti importanti con il Pescara, ma ho rifiutato io: la società abruzzese mi ha cercato fino in fondo, ma alla fine, anche con un po’ di difficoltà dato che si tratta di una piazza molto importante, ho deciso di dire di no”.