Pordenone, Tesser: “Siamo la rivelazione della B. Su Pobega, Di Gregorio e il Benevento…”
TESSER PORDENONE – Una persona con lo spessore umano di Attilio Tesser non può che offrire contenuti e letture interessanti, come apprendiamo dall’intervista che il tecnico del Pordenone ha rilasciato a Tuttosport: “È un virus subdolo, che si fa fatica ad affrontare. Dopo l’ultima partita col Cittadella, ci siamo allenati per tre giorni, poi ci […]
TESSER PORDENONE – Una persona con lo spessore umano di Attilio Tesser non può che offrire contenuti e letture interessanti, come apprendiamo dall’intervista che il tecnico del Pordenone ha rilasciato a Tuttosport: “È un virus subdolo, che si fa fatica ad affrontare. Dopo l’ultima partita col Cittadella, ci siamo allenati per tre giorni, poi ci siamo fermati. Il nostro medico sociale è in contatto con tutti quelli della B. Riprenderemo solo quando sarà possibile.
Rammarico per lo stop dopo tre vittorie in tre partite? No. Se ci siamo fermati significa che ci sono problemi grossi. Immagino che almeno fino a Pasqua non verranno prese decisioni. Ma per me gli spazi per terminare la stagione ci sono, chiudendo l’annata a fine giugno con una conclusione tiratissima, anche se serve un netto e deciso miglioramento della situazione. Purtroppo il coronavirus ad ora è più forte di tutto e il rammarico sparisce perché bisogna attenersi a ciò che è necessario per il Paese.
Noi la rivelazione della B? Sì, una matricola assoluta che non aveva mai fatto questo campionato in 100 anni di storia. Un po’ di rammarico viene, perché stavamo facendo qualcosa di eccezionale e comunque quello fatto finora non ce lo toglie nessuno, i numeri sono lì a dimostrarlo. Stavamo dando ai nostri tifosi un grande momento di gioia. Ma il rammarico svanisce perché lo richiede la situazione.
Lottare ancora per la A diretta qualora dovessimo ricominciare? In questi giorni che mi ritrovo a casa mia, dopo aver girato l’Italia per una decina d’anni, sto rimettendo a posto tante cose e mi è capitato il ritaglio di un’intervista a un giornale locale di Novara, quando nel febbraio- marzo del 2011 eravamo in lotta per la A. Ripeto le parole di allora: non dimentichiamoci da dove siamo venuti, l’obiettivo iniziale era la salvezza, ora siamo nelle condizioni di sognare, nonostante non fossimo considerati nel gruppo delle squadre più forti. Ci mancano 1-2 punti alla salvezza ma soprattutto abbiamo la possibilità di centrare i playoff. Come quella volta a Novara, la A è un sogno, ma tutto può essere.
Stupito dal Benevento? Se guardiamo i nomi dei giocatori, no. Uno come Maggio ha fatto la Champions. E poi Caldirola, Viola che è esploso, Kragl, Letizia. Ci può stare, anche se 20 punti di vantaggio non me l’aspettavo. Grande merito va a Inzaghi, la sua fame di vittorie è proverbiale e l’ha trasmessa alla squadra. Il resto l’ha fatto la solidità economica della società. La nostra forza? Le stesse armi del Benevento: coesione e spirito di squadra, assomigliamo molto al mio Novara che salì in A. Abbiamo motivazioni importanti e la prima storica promozione in B ci ha dato una grande carica.
Pobega? Il Benevento immagino sia interessato perché Inzaghi l’ha avuto nella Primavera del Milan. È un centrocampista molto interessante che veniva da una stagione da titolare a Terni in Lega Pro. Lo trovo sempre molto motivato, arriverà a un buon livello. Poi starà a lui scegliere il suo futuro. Le sostituzioni? Perché è uno che spende molto, facendo con tanta generosità entrambe le fasi, fa un enorme lavoro. Ma parte sempre titolare e solo una volta l’ho sostituito perché non era in giornata, ma ha grandi margini di crescita.
Un’altra stagione in B per Di Gregorio? Forse sì, anche se sta facendo un ottimo campionato e un’eventuale esperienza di 6 mesi o un anno in un top club non sarebbe da buttare per la sua crescita. Gli acquisti di gennaio non hanno reso? Ma no, Tremolada non giocava da tanto tempo, col Brescia aveva giocato solo la partita col Milan. Ma ha qualità e quando è entrato ha fatto buone partite, il punto è che il Pordenone per fare punti deve sempre giocare al 120%. Sono contento anche di Gasbarro, quando l’ho alternato con De Agostini ha fatto sempre bene.
Chi mi ha colpito oltre il Benevento? Ci sono tante squadre che a tratti hanno fatto bene ma hanno avuto anche problemi: Salernitana, Spezia. Ma io dico il Cittadella: un anno fa è andato a 20 minuti dalla Serie A. Ogni anno cambia, prende giocatori non di nome eppure è sempre lì, in alto a lottare per la A.
Il mio futuro altrove? Non ci penso neanche, non mi sfiora il pensiero. Ora ho solo testa al lavoro societario e ai giocatori. Anche perché ho ancora un altro anno di contratto e di andarmene non ci penso proprio. Anche perché è a fine stagione che si tirano le somme, ci incontreremo con la società e vedremo.
Chiudere la stagione? Diciamo che lo spero. Non solo per il Pordenone. Perché se riprendiamo a giocare, vuol dire che si è ripreso anche il Paese“.