Pordenone, Tesser: “La mia una squadra esperta e logica”
TESSER PORDENONE SQUADRA – Attilio Tesser, protagonista fin qui con il suo Pordenone di una stagione sopra le righe, analizza l’attuale campionato di Serie B. “Per rifarmi alle parole del mio collega Jurgen Klopp, noi siamo allenatori di calcio, di tutto ciò che riguarda il Covid-19 ne dovete parlare con qualcun altro. Facciamo ciò che […]
TESSER PORDENONE SQUADRA – Attilio Tesser, protagonista fin qui con il suo Pordenone di una stagione sopra le righe, analizza l’attuale campionato di Serie B. “Per rifarmi alle parole del mio collega Jurgen Klopp, noi siamo allenatori di calcio, di tutto ciò che riguarda il Covid-19 ne dovete parlare con qualcun altro. Facciamo ciò che ci dicono di fare. L’esperienza – prosegue per La Gazzetta dello Sport – nel calcio come nella vita, conta molto, ma conta solo l’esperienza di chi sa. Sarà importante ritrovare la giusta concentrazione quando ci sarà comandato di tornare in campo. L’isolamento non mi pesa. Penso ai sacrifici che sta facendo l’intero personale medico per garantirci le giuste cure, non posso di certo lamentarmi perché mi viene chiesto di stare a casa. Il tempo in questi giorni lo passo cercando di recuperare alcuni aspetti del mio lavoro che precedentemente non ho granché curato e leggendo, leggendo tanto. In questo momento sto leggendo un libro intitolato “Il segno del potere”, mi sta entusiasmando molto. Per rifarmi al libro, nel nostro campionato il potere sta dimostrando di averlo solo il Benevento. La società ha trovato una continuità importante e il tecnico ha dato motivazioni a giocatori che avrebbero potute perderle. Faccio a loro i miei più sinceri complimenti. Il campionato si sta dimostrando incerto come al suo solito. Nel calcio, se non parti bene, anche avendo grandi nomi è poi difficile recuperare. Con questo non alludo affatto alla Cremonese, anche se mi fa male vederla lì, dopo averla portata in Serie B. Mi riferisco invece al Cittadella di quest’anno o al Crotone dello scorso anno. Tra le emozioni più grandi non posso che ricordare la promozione con il Novara, grazie alla vittoria sulla Regina al 92′, le mie coronarie in quel momento hanno rischiato molto. Importante fu anche la salvezza conquistata con la Ternana a Modena. In giro sono tanti i tecnici bravi e preparati, molti dei quali anche giovani. Il problema è che si arriva in questa serie troppo facilmente, con poca gavetta, alle prime difficoltà poi paghi il fatto di non avere esperienza. Ad avermi stupito quest’anno è stato Italiano, si vede la sua mano. Ho fiducia in Dionisi e penso che anche D’Angelo e Caserta faranno bene. Il 4-3-1-2, oltre ad essere uno dei moduli più utilizzati in Serie B, è il modulo con cui sono partito dalla Triestina e che mi ha portato fin qui. E’ un modulo offensivo che garantisce un buon dislocamento dei giocatori in campo, oltre a fornire compattezza in fase difensiva. Sono una persona coerente. Se un modulo va bene per un intero campionato, non vedo perché cambiarlo dopo qualche risultato negativo. La mia unica contraddizione, che rappresenta invece un piacere per i miei amici – dice ridendo – è il fatto che io produca prosecco ma sia astemio. Le bollicine, oltre che con il prosecco, le ho regalato con i miei ragazzi fino al giro di boa di questo campionato, sorprendendo tutti. Nel girone di ritorno abbiamo poi sbagliato qualche partito di troppo, pagando forse un po di pressione a cui non eravamo abituati. Importante è stata la vittoria di Empoli. A Pordenone si usa ritrovarsi a pranzo nei momenti difficili di un collettivo e così abbiamo fatto anche noi. Mauro Lovisa si sta rivelando un grande presidente e un grande lavoratore. Ha dato un’impronta importante al club, è stata fatta un’ottima programmazione. Mi trovo inoltre molto bene a lavorare con suo figlio Matteo. Il nostro obiettivo a inizio stagione era la salvezza, ora i playoff sono a portata di mano, la A sarebbe un sogno. Sono molto dispiaciuto per l’interruzione del campionato – conclude – anche perché lo sport è fonte di emozione e di felicità. Spero che si ripartirà, non sarà come prima, ovvio, ma ci adatteremo.”