Ascoli, l’addio di Valentini era premeditato: i motivi della rottura
Motivi e retroscena dietro l'esonero
L’Ascoli ha detto addio al ds Valentini, che ha lasciato nella giornata di ieri. Una separazione che ha sorpreso gli addetti ai lavori, ma che è stata naturale conseguenza di un rapporto logorato da diverso tempo col patron Pulcinelli. Solo il senso di responsabilità nel tenere il gruppo compatto ha rimandato la conclusione del rapporto col ds.
Secondo quanto riporta il Corriere Adriatico, la prima rottura risale a dicembre, contestualmente alla scelta di rinnovare, col girone d’andata ancora in corso, il contratto pluriennale a Bucchi. Dopo due mesi il tecnico era già a casa, con lo stipendio a libro paga del club. Poi c’è il caso Leali: era ben noto che, avendo rifiutato il rinnovo a gennaio scorso, il portiere sarebbe andato via, ma l’Ascoli ha perso tempo nel sostituirlo. Ha puntato sul talento acerbo di Barosi che dopo due gare si è accomodato in panchina (preso Viviano in extremis). Non è piaciuta nemmeno la gestione dei casi Dionisi, Buchel ed Eramo mentre la contropartita di Bogdan con la Ternana resta un mistero (mai sceso in campo).
Infine, dopo alcune opinabili scelte tattiche di Mister Viali (difesa a 5 col Brescia), forse il patron avrebbe voluto che Valentini gli fosse più vicino per qualche consiglio che evidentemente non è arrivato. Tutti i nodi sono venuti al pettine. La scelta è arrivata adesso – riporta il quotidiano – perché è in questo momento che si pianifica il mercato di gennaio.