Venezia, Vanoli: “Reggiana costruita molto bene. Dispiace tanto per Idzes”
Le parole di Vanoli alla vigilia della Reggiana
Vanoli, tecnico del Venezia, ha presentato la sfida contro la Reggiana. Ecco le sue parole, riportate da tuttoveneziasport.it:
Prima di parlare della partita volevamo chiederti di Idzes. Che perdita è sia a livello di inserimento nel gioco che come persona?
“Il dispiacere più grosso va verso la persona. E’ un ragazzo giovane a cui è successa una cosa imprevista. Purtroppo è una cosa che fa parte della vita. Dobbiamo essere bravi a stargli vicino con serenità. Ha dimostrato di essere un giocatore forte, con grandi potenzialità, e sicuramente la sua giovane età lo aiuterà. Sarà un periodo difficile ma da questi penso si esca più forti. E’ un dispiacere per tutto il gruppo, perché per noi è un giocatore importante che lo ha dimostrato. E’ stato una sorpresa importante, ma io sono convinto che ne usciremo più forti di prima. Adesso il compito è stargli vicino, coccolarlo un pò, fargli insegnare un pò di italiano, anche se ha imparato velocemente, e farlo stare insieme a noi. Così il tempo passa più in fretta.
Sono eventi incalcolabili: la cosa più triste è per il ragazzo. E’ arrivato qua con determinazione, voglio e capacità di imporsi come lo si vede in pochi ragazzi giovani. Nonostante non conoscesse il campionato ha giocato tutte le partite e se le è meritate. Ora deve stare tranquillo e sereno e noi dobbiamo essere bravi a stargli vicino. Questo il club e il giocatore lo sanno: il tempo passa così velocemente che arriverà anche il suo momento”.
Visto che hai perso l’ennesimo difensore pensi che Antonelli per accontentarti comprerà un altro attaccante? Questa estate avevi chiesto un difensore e sono arrivati Gytkjaer e Olivieri…
“Il suo concetto è più attacchiamo meno difendiamo (ride ndr). Al mercato non ci penso. Nella sfortuna ho la fortuna di avere Marco Modolo, giocatore di esperienza e quella di recuperare Sverko che ci darà un altra mano e poi c’è sempre Busato che si è sempre allenato benissimo con noi dalle amichevoli e dal ritiro e quindi i problemi stanno a zero. Ho fiducia totale: bisogna sempre pensare e uscire dallo stadio da squadra. Se da centrocampo in sù abbiamo abbondanza dovranno dimostrare ancora di più loro per aiutare i giocatori. Io sono tranquillo”.
Come sta il resto della squadra? Pohjanpalo come è rientrato dalla Nazionale?
“Stiamo e ci siamo allenati bene. Per i nazionali è normale, soprattutto gli americani che hanno questi voli lunghi e il fuso orario. Per fortuna non ci hanno anticipato la partita al venerdì… avemmo la fortuna di avere un giorno in più per rimetterli in sesto. Deve essere un privilegio stare in Nazionale e in un club. Se vuoi diventare un grande giocatore devi saper gestire le forze e saper giocare ogni giorno. Joel è un pò più avanti in questo. Poi magari la sconfitta con il Kazakistan ti pesa nella mente più che fisicamente. Mentre per gli americani più che altro il viaggio”.
La Reggiana ha raccolto pochi punti ma ha sempre giocato bene. Che squadra è secondo te?
“E’ una squadra costruita molto bene con giocatori esperti, forti e di categoria. E’ una squadra che palleggia bene nei primi due terzi di campo e ha raccolto poco per il gioco che ha fatto. Forse tutti questi giocatori nuovi che ha preso sono ancora da amalgamare. Magari la sosta gli ha fatto bene per mettere dentro un pò più di benzina. E’ una squadra importante per la Serie B che ha fatto buoni acquisti ma come per ogni cosa ci vuole del tempo però la mano di Nesta si vede”.
La sosta è arrivata nel momento opportuno per recuperare fisicamente o arriva più negativamente perché ha interrotto una fase positiva che si era creato?
“Magari dopo la vittoria e l’entusiasmo con il Parma ti interrompe un pò. Soprattutto per chi va in Nazionale. Allo stesso tempo hai l’opportunità di lavorare forte in settimana su determinati obiettivi che magari sono quelli che ti porteranno più avanti. La prima partita dopo la sosta è sempre quella più importante; io ho paura per quello. Rimettere subito lo switch on ai Nazionali o a quelli che pensavano che l’obiettivo è lontano e ora ci siamo è la cosa più difficile e che fa parte della nostra crescita. Abbiamo fatto bene dopo la prima sosta. La paura è un sentimento positivo: i miei giocatori devono provare questo. E’ una partita difficile per cui la sosta ha fatto probabilmente meglio di noi. Per i vari Crnigoj, Portanova, il recupero di Melegoni… noi comunque stiamo bene e dobbiamo essere capaci di interpretare la partita”.
Quali sono le condizioni di Joronen? Jajalo è convocato?
“Joronen è in fase di guarigione ma ci vorrà ancora un pò di tempo. E’ un grandissimo professionista e a volte bisogna rallentarlo… Jajalo molto bene. Sono contento perché nella settimana della sosta si è allenato con noi. Io devo essere lucido: ogni volta che vedo giocare Jajalo mi prende anche a me ma la mia capacità deve essere quella di non accelerare perché ora c’è la fase più importante, quella dove va ritrovato il ritmo, il cambio di direzione e quelle cose impreviste che il calcio ti da durante la partita. Soprattutto considerando l’infortunio che ha avuto. La seconda parte è lavorare sull’imprevisto e questa è giustamente una prassi. Si sta piano piano ritrovando, ma il giocatore è talmente intelligente e avanti che ha volta mi viene da pensare che quasi quasi lo porto. Bisogna però dargli tempo: sta lavorando forte e benissimo. E’ un ragazzo di esperienza che ha vissuto già questa situazione e questo lo aiuta molto, ma io devo essere lucido. I casini dopo un infortunio così grave. Deve ritrovare un assestamento un pò differente però rivederlo è stato un sorriso un pò per tutti perché oltre a un grande giocatore è una persona importante nello spogliatoio. Ai centrocampisti dico sempre di guardarsi la partita di Jajalo e capite come ci si posiziona con il corpo. Il bello di avere gente di questo livello, con grandissima qualità e mentalità forte è che si può solo che imparare. Non nascondo che ci parlo anche io quando lo vedo. Ti sorprende sempre”.
Novità su Svoboda?
“Sono arrabbiato perché abbiamo perso un mese per andare a risolvere un problema che era risolvibile prima. Anche questo step serve per acquisire una mentalità vincente. Se uno ha fame, voglia e vuole essere un giocatore di alto livello i problemi va a risolverli subito. È un giocatore importante e lo aspettiamo serenamente. Anche lui va verso l’ultima fase ma deve accelerare un po’. Come per Dennis (Johnsen ndr), quelli che stanno qui da più anni oggi mi devono dimostrare. Se no è finito il percorso. Si parla dei sogni, ma su questi bisogna lavorarci e loro, come me, sono dei grandi privilegiati ma bisogna fare dei sacrifici. Io li faccio vedendo poco la famiglia perché sono qui dalle otto di mattina alle otto di sera. Questa è la mentalità per me. Io e lo staff siamo l’esempio. I sogni vanno coltivati ma bisogna lavorarci. Non lo si può fare senza sacrifici: è quello che dico ai miei figli. Non ci si arriva agli obiettivi alzandosi alle undici di mattina”.