Il VAR chiarisce i dubbi o ne crea? In questo weekend di Serie B purtroppo la seconda. Nel vortice delle polemiche anche Doveri
Episodi destinati a far discutere
Nei salotti di Sky così come nei bar d’Italia a diverse latitudini, il weekend di Serie B ha suscitato accesi confronti riguardo al VAR. Mai in un solo weekend si era vista la tecnologia entrare in modo così opinabile in tante situazioni dubbie incidendo sulle scelte degli arbitri ma senza dare la sensazione di aver risolto alcunché.
Sono 3 gli episodi davvero simili che prenderemo in esame per cercare di definire il ruolo che l’ausilio della tecnologia non dovrebbe assolutamente svolgere in una partita di calcio. Il più eclatante è certamente quello di Modena-Feralpisalò, il cui arbitro Manuel Volpi è stato valutato con un 4,5 sacrosanto dalla Gazzetta dello Sport per aver mostrato per tutti e 90 minuti scarsissima tecnica e scarsissima personalità cambiando idea ogni singola volta che è stato richiamato al VAR pur essendo sempre nella posizione ideale per valutare l’azione. Qui, però, ci concentreremo solo sul primo momento fortemente contestato.
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Contrasto in area Pilati-Gliozzi, il direttore di gara ritiene che l’attaccante anticipi il difensore e venga colpito dallo stesso e assegna calcio di rigore. Al VAR analizzano ogni frame e risulta palese che non esista un’inquadratura nitida per una valutazione oggettiva. Nonostante ciò richiamano il fischietto al monitor e quest’ultimo decide sulla base di immagini poco chiare di cambiare la propria decisione e assegnare rimessa dal fondo alla Feralpisalò. Sbagliano clamorosamente in sala Miele e Doveri, sbaglia altrettanto clamorosamente Volpi a farsi condizionare.
Situazione opposta allo stadio Ennio Tardini in Parma-Brescia. Contatto in area Mihaila-Bertagnoli, il fischietto è l’esperto Marinelli che lascia giocare. Anche in questo frangente di chiaro ed evidente errore non c’è traccia, poiché le immagini in possesso non sono sufficienti per stabilire chi tocchi per primo il pallone. L’iter è il medesimo che al Braglia: arbitro richiamato dinanzi allo schermo e decisione mutata in calcio di rigore. Perplessità enorme per la lettura di Meraviglia e Muto.
Mosche bianche in questo weekend di delirio sono il VAR Maggioni e l’AVAR Pagnotta al Picco per Spezia-Südtirol. L’arbitro Di Marco, piazzato in modo ideale in area, fischia penalty per il contatto tra Bandinelli e Molina. Difficilissimo, osservando fotogramma per fotogramma, sostenere che la mezzala ligure sia in ritardo e tocchi prima l’avversario, ma altrettanto difficile sostenere il contrario. Per onestà intellettuale, la prima ipotesi appare più probabile della seconda. Il controllo è molto lungo, ma termina con la decisione di non richiamare il direttore di gara in assenza di un’immagine chiara. Protocollo eseguito come da manuale e momento che restituisce un briciolo di fiducia in una giornata pessima.