Salernitana, Ventura: “Il nostro obiettivo è di fare i playoff”
VENTURA SALERNITANA PLAY OFF – Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, è intervenuto ai microfoni di Gol su Gol, esprimendo il suo parere in merito all’emergenza che ha colpito anche il mondo del calcio: “Non bisogna perdere di vista il momento drammatico che sta attraversando tutto il mondo. Secondo me, però, si dovrebbe riprendere a giocare […]
VENTURA SALERNITANA PLAY OFF – Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, è intervenuto ai microfoni di Gol su Gol, esprimendo il suo parere in merito all’emergenza che ha colpito anche il mondo del calcio: “Non bisogna perdere di vista il momento drammatico che sta attraversando tutto il mondo. Secondo me, però, si dovrebbe riprendere a giocare e le leghe devono trovare un accordo, dal momento che A e B hanno un destino incrociato. Parlano tante persone e si crea confusione, sembra quasi una gara a chi si smentisce prima. Ci vorrebbe un pizzico di buonsenso e di riflessione, prima o poi però si deve ricominciare a patto che ci siano le condizioni. Annullare tutto rende difficoltoso anche l’inizio del campionato successivo, toccherà ai medici stabilire quando in base alla discesa dei contagi. Le misure di sicurezza? Bisogna vedere come viene interpretato questo protocollo, è difficile anche per diverse squadre di serie A attuarlo alla lettera. Non tutti hanno un centro sportivo con camere, ristoranti e quant’altro. E’ una forma un po’ esagerata, se prima di iniziare qualsiasi tipo di attività faccio i tamponi a tutti i calciatori e poi sto in quarantena è impossibile contagiare e ammalarsi. Una volta che si decide di ripartire ci sarà la possibilità di giocare, ma occorre valutare i tempi perché ci sono 400 morti al giorno ed è necessario riflettere. Come in tutte le cose, però, ci sono interessi e necessità e tante situazioni che non si possono commentare. Secondo me si tornerà in campo con un pizzico di attenzione in più del solito, ma quel protocollo minuzioso e dettagliato vada un attimino rivisto. Ci vorrà un anno per tutti: per gli sport olimpici, per le attività lavorative, per ogni cosa. Senza vaccino il rischio ci sarà sempre. Vi faccio fare una riflessione: se non si riparte il problema non è chi vince lo scudetto, ma come si fa a negare la serie A a chi come il Benevento ha fatto investimenti? Come stabilisci le retrocessioni? Ci sono in ballo miliardi di euro, se dovessero fermare il campionato quello successivo non può ripartire a suon di ricorsi. E’ stata sottovalutata la situazione? Atalanta-Valencia è stato un errore clamoroso dettato dalle scarse conoscenze, oggi nessuno li ripeterebbe. Anche il Liverpool ha giocato in casa con cinquantamila persone, diecimila persone aspettavano il PSG fuori dallo stadio. Quanto al protocollo, fino a quando non saremo in campo non potremo sapere in quali problematiche potremo imbatterci. Ma ribadisco un concetto: se ho 24 calciatori che vengono da due mesi di quarantena e frequentano un solo campo e un solo albergo come possono ammalarsi successivamente? Se non ci alleniamo normalmente non ha senso, il calcio è uno sport di contatto. Il vero grande problema sono le trasferte, il protocollo deve essere più chiaro. Facciamo un passo alla volta. Aspettiamo quando i numeri diranno che si può riprendere, in quel momento nessuno vorrà andare allo sbaraglio nel rispetto della salute, anzitutto, e della professione. Non ha senso indicare una data. Siamo pronti al ritorno in campo? I calciatori della Salernitana hanno la tabella da seguire, via Skype lavoriamo regolarmente facendo a casa quanto possibile. Lo facciamo non per allenarli, ma per perdere il meno possibile di quanto avevano incamerato. Quando torneremo in campo ci vorranno almeno 20 giorni per creare i presupposti per giocare a calcio senza infortunarsi, a maggior ragione se ci saranno gare infrasettimanali. I ragazzi non vedono l’ora di tornare, vivono del loro lavoro e stare dentro le quattro mura non è facile. Il vero grande problema per un atleta, soprattutto per quelli che non sono campioni, è l’allenamento mentale. In cinquanta giorni la spina inconsciamente la stacchi, in un mini-torneo di 10 partite devi osare e non gestire e quindi la componente psicologica farà la differenza. Il nostro obiettivo? Questo finale è un discorso completamente diverso rispetto a quando siamo partiti. Noi c’eravamo posti come obiettivo iniziale quello di bonificare gli ultimi anni che non erano stati positivi, poi di gettare delle fondamenta dando una cultura del lavoro e un modo di essere diverso alla squadra. Volevamo aumentare le conoscenze di molti calciatori, oggi ripartiamo da una base totalmente diversa. In queste 10 partite dobbiamo porci nuovi obiettivi, arrivati a questo punto vogliamo come minimo far parte dei playoff per poi giocarci la finale e magari vincerla. Siamo in grado di dire che abbiamo seminato in 6-7 mesi, c’è una Salernitana convinta che è settima pur avendo lasciato per strada tantissimi punti senza dimenticare i tanti infortuni nei momenti cruciali. Dobbiamo assolutamente avere l’obiettivo di fare i playoff con la migliore classifica possibile. Pensate che sono addirittura rammaricato perché potevamo fare ancora di più, ma devo fare i complimenti pubblicamente al gruppo. Anche vedendoli lavorare a distanza noto uno spirito e un comportamento di livello. Niente ci è precluso. Ci sono squadre più forti davanti, è evidente, però tutto può succedere. L’unica nota positiva di questa lunga sosta – conclude – è il recupero di calciatori fondamentali come Djuric e Lombardi“.
Fonte: tuttosalernitana.com