Reggiana, Viali: “Mi piace lavorare in piazze calde come questa. Prandelli il mio modello”
Le parole del tecnico
William Viali, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato dell’inizio di stagione della sua Reggiana e dei suoi modelli d’ispirazione.
Qui le sue parole, estratte dalla fonte citata precedentemente: “È la prima volta che mi trovo in testa alla Serie B , ma non mi monto la testa. L’avvio di campionato è sempre particolare. Ci sono assetti cambiati, c’è chi arriva da lontano, chi comincia un nuovo percorso come noi. lo punto molto sotto l’aspetto motivazionale perché credo che l’ambizione sia la benzina di ogni atleta. Quando giocavo mi dicevano che eravamo tutti uguali ma ho capito che non è cosi. Un gruppo di calciatori è formato da tante entità che cercano di realizzarsi. E quindi bisogna spingere sull’ambizione del singolo e metterla a disposizione di tutti.
Io tipo da salvezza o da obiettivi più alti? Non è questione di modi di essere. Con una rosa nuova e giovane nelle prime giornate c’è l’urgenza di capire a che punto siamo. Onestamente, i risultati e le prestazioni hanno dimostrato che abbiamo cominciato anche al di sopra delle aspettative, nel club siamo anche piacevolmente sorpresi.
Trasmettiamo grande entusiasmo nelle due fasi, sia quando difendiamo aggressivi in avanti con coraggio sia quando proviamo nella fase di possesso a giocare con molta densità offensiva. È una squadra sempre accesa, attiva e frizzantina dal punto di vista dello spirito. Un po’ è anche dato dalle caratteristiche, siamo giovani, fisicamente freschi e con qualità. Da chi ho imparato di più? Cesare Prandelli. L’ho avuto in Primavera all’Atalanta, è stato il primo che mi ha voluto in Serie A a Lecce, l’ho ritrovato a Venezia, a Firenze. Insomma, anche sotto l’aspetto affettivo è colui che mi ha accompagnato nel calcio dei grandi.
La mia Reggiana come il Bologna di Thiago Motta? Lo sta dicendo lei… lo cerco di essere tatticamente flessibile. I sistemi di gioco si smontano di partita in partita e anche rispetto alle due fasi all’interno della stessa gara. A centrocampo amo fare fluidità, con interni ed esterni che si scambiano spesso. Il calcio di oggi è sempre molto elastico e serve grande partecipazione mentale per saper stare dentro le partite.
Contro il Brescia nel primo tempo, forse anche grazie al gol precoce, abbiamo lasciato il pallino a loro per colpirli in ripartenza. A Genova invece è avvenuto il contrario, abbiamo palleggiato per portar fuori la Samp che ci veniva ad aggredire e poi siamo andati oltre le linee del pressing avversario. Cerchiamo di fare entrambe le cose.
Vergara e Maggio sono partiti forte. Ne sfruttiamo la rapidità dopo la pressione alta. Sono giovani che hanno una bella occasione di giocarsi un campionato intero di B. Se mi piace lavorare nelle piazze calde? Assolutamente. La pressione è un fattore da impiegare e non da subire. Il tifo dà calore, energia e quella spinta in più per i ragazzi quando sono in campo. Cerco di stimolare tutto questo costruendo partite coraggiose, intense, dove la gente si può rispecchiare.”