Brescia, senti Viviano: “Joronen portiere di categoria superiore. Errore su Giacomelli? Ci può stare”
VIVIANO BRESCIA JORONEN – Emiliano Viviano, ex portiere tra le tante anche del Brescia e oggi ai turchi del Fatih Karagümrük, ha rilasciato un’intervista sulle colonne de Il Giornale di Brescia elogiando le qualità dell’estremo difensore delle Rondinelle, Jesse Joronen. Il finlandese si è reso protagonista nella trasferta di Vicenza con il rigore parato su […]
VIVIANO BRESCIA JORONEN – Emiliano Viviano, ex portiere tra le tante anche del Brescia e oggi ai turchi del Fatih Karagümrük, ha rilasciato un’intervista sulle colonne de Il Giornale di Brescia elogiando le qualità dell’estremo difensore delle Rondinelle, Jesse Joronen. Il finlandese si è reso protagonista nella trasferta di Vicenza con il rigore parato su Davide Diaw, ma anche in negativo con la papera in occasione del 2-3 biancorosso targato Giacomelli. Queste le parole dell’ex Bologna, Fiorentina e Sampdoria, diffuse da TifoBrescia.it:
“E’ un portiere coraggioso che per questa categoria è certamente di un livello superiore. Al Brescia ha sempre fatto il suo, seppur tra alti e bassi, ma non è semplice giocare in un campionato tutt’altro che facile come quello italiano dove lo standard di rendimento richiesto è altissimo“.
Sull’errore in occasione del goal di Giacomelli: “E’ un po’ la croce dei portieri: un errore durante una partita ci può stare e quello di sabato scorso sarà dimenticato in fretta perché la squadra ha vinto. Se non l’avesse fatto, l’avrebbero massacrato dimenticando che era stato fin lì il migliore in campo. Credo ci vorrebbe più equilibrio nella valutazione di un portiere, senza farsi condizionare da un errore ma considerando la prestazione nel suo complesso“.
Sulla scuola italiana: “Per quanto riguarda la tecnica di base, continuo a pensare che i portieri italiani siano i migliori, anche se conta anche la fortuna di una generazione che riesce a sfornare tre o quattro fenomeni. Ad esempio, stanno crescendo i tedeschi che sono molto forti. Diciamo che noi italiani, che a volte siamo un po’ presuntuosi, siamo arrivati un po’ tardi nel capire che nel ruolo moderno il portiere è coinvolto al 100% nel gioco tra letture e gioco con i piedi, cosa che in Germania, Spagna e Portogallo hanno capito prima“.