Venezia, le parole di Zaccheroni: “Cambiato Zanetti a poco dalla fine, quando invece poteva ancora provarci”
ZACCHERONI VENEZIA ZANETTI – Alberto Zaccheroni ha parlato della stagione del Venezia ai microfoni del Gazzettino di Venezia. L’ex tecnico arancioverde non metteva più piede a Venezia dal 1993, la sua ultima apparizione sulla panchina dei lagunari. É tornato allo stadio per assistere alla gara di Serie A del Venezia in casa contro il Bologna, […]
ZACCHERONI VENEZIA ZANETTI – Alberto Zaccheroni ha parlato della stagione del Venezia ai microfoni del Gazzettino di Venezia. L’ex tecnico arancioverde non metteva più piede a Venezia dal 1993, la sua ultima apparizione sulla panchina dei lagunari. É tornato allo stadio per assistere alla gara di Serie A del Venezia in casa contro il Bologna, vinta in rimonta dagli arancioverdi. Zaccheroni ha spiegato a suo modo, quali sono stati secondo lui gli errori commessi dal Venezia durante quest’ultima stagione.
Ecco le sue parole rilasciate al Gazzettino di Venezia:
“Anche col Bologna, pur avendo ribaltato il risultato, non ha mostrato grande solidità, com’è logico in certe situazioni. Hanno cambiato Zanetti a poco dalla fine, quando invece poteva ancora provarci. Se c’è una rottura che non si ricompone ok, ma se uno ha fatto bene ed ha dimostrato di saper lavorare non ha senso. Zanetti non lo conosco personalmente, ma dal punto di vista tecnico è una cosa che ha lasciato di stucco tutti quanti. Sapevo che la Serie A è molto tosta, ha raggiunto livelli di qualità e intensità che non vedevamo da tempo, quindi il rischio c’era. Ma una volta partita bene, tanto che si parlava di squadra rivelazione, bisognava tenerla in carreggiata. Pensavo ci riuscissero, poi purtroppo è successo qualcosa, da fuori è impossibile saperlo. Ma il lavoro dell’anno scorso stava dando risultati, quindi presumo che abbiano sentito i giocatori e si siano convinti di esonerare Zanetti. Quando si retrocede significa che si è sbagliato più degli altri, il calcio non regala mai niente”.
Sulla gestione e sul futuro
“Ma come fanno a sapere le componenti che portano a una continuità di risultati? Non è il loro mestiere. Se prendo una farmacia, ci metto un dottore a dirigerla, certo non ci vado io. Nel calcio, e parlo in generale, tutti pensano di sapere, ma ci sono paletti che non vanno rimossi, ma chi paga dice faccio quello che mi pare. Nel calcio troppa gente ci mette becco e pensa di avere il vangelo in tasca. In nessuna azienda si cambiano manager così facilmente come gli allenatori nel calcio.
Adesso non devi prendere giocatori a fine carriera. Tipo quest’anno con Nani: per carità, la qualità non si discute, con la carriera che ha fatto, ma arrivare in corsa non va bene. Al primo anno in B col Venezia mi opposi all’arrivo a gennaio di Maiellaro, fermo da 4 mesi, invece me lo imposero. E ci costò la Serie A“.