Venezia, Zanetti: “Abbiamo diversi indisponibili. La situazione impone alcune scelte”
ZANETTI VENEZIA – Zanetti, tecnico del Venezia, ha parlato in vista della prossima gara contro la Virtus Entella. Ecco le sue parole, riportate da trivenetogoal.it: “Tutto può essere per quanto riguarda la formazione. Non ci saranno Felicioli, Taugourdeau, Cremonesi e Bocalon quindi la situazione impone alcune scelte e la valutazione dovrà essere compiuta in relazione […]
ZANETTI VENEZIA – Zanetti, tecnico del Venezia, ha parlato in vista della prossima gara contro la Virtus Entella. Ecco le sue parole, riportate da trivenetogoal.it:
“Tutto può essere per quanto riguarda la formazione. Non ci saranno Felicioli, Taugourdeau, Cremonesi e Bocalon quindi la situazione impone alcune scelte e la valutazione dovrà essere compiuta in relazione all’aspetto fisico. Abbiamo alzato la competizione e questo era l’obiettivo, continuiamo per questa via e proseguiamo. I convocati sono 24. A Johnsen ho detto che deve lavorare per diventare decisivo, in tutte le partite che ha giocato si è creato occasioni importanti, il suo obiettivo è quello di diventare decisivo perché ha armi importanti. Già nella seconda partita ha fatto molto meglio e lo vedo in crescita, è meno un corpo estraneo. Si è scusato per il gol sbagliato, ma l’ho rimproverato perché non voglio questo. Johnsen ha l’attacco dello spazio e ti dà un’alternativa di gioco, nello sviluppo spesso ci capita di impostare col 3-4-1-2. Mazzocchi è un giocatore che ho seguito da sempre, è cresciuto punta esterna e poi è diventato esterno basso. Apprezzo molto l’impegno in non possesso. La duttilità nasce da sé nel momento in cui si cerca di fare un certo tipo di calcio, io ci credo e penso che lo possano fare bene. Ho un gruppo che a vederlo da allenatore si aiuta, il compagno prova sempre a metterci una pezza. Riallacciandomi alla partita di domani, il verdetto del campo lo accettiamo, ma bisogna vedere come arriva. Karlsson ha fatto gol, ha carattere e buona tecnica, Bjarkason è a posto, pian piano arriveranno tutti anche Svoboda, s’impegnano e vanno a scuola di italiano. Il calcio alla fine è comunicazione, se non c’è diventa un insieme di individui, quando manca questa non è semplice”