Reggiana, Alvini: “Il COVID non deve decidere i campionati. Lavoro per la Serie A”
ALVINI REGGIANA – Massimiliano Alvini, tecnico della Reggiana, si è raccontatoa “La Gazzetta dello Sport“: “Come immaginavo la B? Mi aspettavo il pubblico, la bellezza di andare in stadi che per me erano un sogno. Pensavo a Lecce o Verona, che avevo visto solo in tv: mi manca tanto. I tanti contagi? Giorni molto tristi. […]
ALVINI REGGIANA – Massimiliano Alvini, tecnico della Reggiana, si è raccontatoa “La Gazzetta dello Sport“: “Come immaginavo la B? Mi aspettavo il pubblico, la bellezza di andare in stadi che per me erano un sogno. Pensavo a Lecce o Verona, che avevo visto solo in tv: mi manca tanto. I tanti contagi? Giorni molto tristi. Sono stato isolato a Reggio, non lo auguro a nessuno. I primi giorni facevo fatica a vedere le partite, e chi mi conosce sa cosa vuol dire per me stare senza calcio. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Il rinvio contro la Salernitana? L’Arechi è uno di quegli stadi dove sognavo di giocare, ma non eravamo in grado. La squadra è stata colpita profondamente, nel fisico e nel morale. I campionati non li può scrivere il Covid, ma il campo. Mi auguro che la partita di Salerno venga fatta giocare, per la bellezza e l’amore per il nostro lavoro. In un momento così servono decisioni forti. La partita contro il Venezia? Era la mia 250a tra i professionisti. Siamo una squadra novella in B, ma abbiamo una forte identità e domenica abbiamo messo il coraggio. Viene dal latino: cor habere. Avere cuore.
La positività di Favalli nella passata stagione? Il campionato si è fermato, è stato diverso. Ora abbiamo gestito 19 giorni con grande professionalità. Per la partita col Venezia ci siamo negativizzati giovedì, fatto allenamento venerdì e rifinitura sabato. Stop. Non abbiamo parlato di tattica, ma solo di tornare noi stessi. Il campionato è ancora indefinibile. Qualcosa si comincia a vedere tra le grandi, ma non è tutto. Il pubblico manca tanto, come la serenità nel lavoro. Peccato, perché la B è molto bella, in tanti giocano a viso aperto.
Salvarsi è l’obiettivo, riuscirci sarà straordinario. Vogliamo arrivarci con identità, coraggio, proponendo gioco e facendo la partita, ovunque. E Reggio è passionale, ti fa innamorare. Il mio 3-4-1-2 ricorda Juric e Gasperini? La fase di non possesso è quella, quella di possesso invece è diversa. Stiamo però lavorando sul 3-5-2 per avere una maggior copertura, nei duelli individuali in Serie B è dura, ci sono molti giocatori forti. Serie A per il sottoscritto? Si lavora per questo, lo dice la passione. Se le mie suole sono usurate? Sono come nuove, non le voglio proprio cambiare, sono pronte a salire ancora“.